Roma, 17 gen. - C'è chi per riscaldarsi passeggia avanti e indietro sul linoleum blu-sporco, chi si stringe agli amici, chi scappa in macchina e accende il motore. Fuori, nella notte, appena 4 gradi sopra lo zero. Dentro, nella sala d'aspetto dell'ospedale Grassi di Ostia, ben pochi di più. È la gelida agonia che attende chi si trova, suo malgrado, a trascorrere la serata al pronto soccorso di via Passeroni.
Già alle 21 la temperatura si abbassa e inizia il classico ritornello "chiudete la porta grazie". È un invernale giorno infrasettimanale, eppure la stanza, ampia dieci metri quadrati, brulica di una trentina di pazienti in attesa e parenti angustiati. Tutti trasformati in ghiaccioli. Niente riscaldamenti, niente termosifone. E tutto intorno un ambiente degradato. "Aspetto mio figlio che si è rotto la mano, tra un po' però sarò io ad ammalarmi con questo freddo", si lamenta un'anziana.
Non aiuta di certo a migliorare l'umore, l'aspetto degradato della sala di accoglienza. Tra mura e pavimenti logori, sedie col contagocce, una decina appena, insufficienti per tutti, c'è un'orda di cittadini già maldisposti nella stanza-frigorifero. Una miccia pronta a esplodere contro il primo, incolpevole, camice verde in vista. Uno sguardo in alto e lo scenario peggiora: diversi pannelli del soffitto sono rotti, in bilico l'uno sull'altro. Alle 23 poi il gelo diventa insostenibile. E scatta la fuga in auto. Motori accesi, benzina sprecata, cellulari in mano in attesa di notizie. "Aspetto un'amica che ha sbattuto la testa", racconta Stefania attraverso i pochi centimetri aperti del finestrino. "Ci siamo congelate per circa un'ora, poi lei è entrata ma io non ho resistito e sono fuggita in auto. Si gela là dentro, è una vergogna".
Troppi pazienti (circa duecento al giorno nel pronto soccorso di Ostia), pochi medici e zero soldi. Elementi di criticità del Grassi, unico ospedale sul litorale romano per un bacino di utenza di oltre mezzo milione di cittadini, che i sindacati denunciano da anni; ben prima dell'episodio che ha coinvolto il piccolo Giordano, il bimbo di sei anni morto nel trasporto da Ostia al Bambino Gesù e sul cui decesso la magistratura sta ancora indagando. "Oggi purtroppo paghiamo le conseguenze- riassume il Cobas Asl RmD- delle politiche sanitarie attuate in questi anni, basate sul taglio delle risorse finanziarie e sul personale con il blocco del turn-over".
(Cds/ Dire)