Roma, 14 gen. - "È ora di smetterla di giocare al tiro al piccione. Proprio in un momento particolarmente difficile per la sanità italiana, anziché avvicinare i medici ai pazienti, o viceversa, si cerca di inasprire il rapporto medico-paziente con campagne televisive discutibili e pretestuose". È quanto afferma, in un comunicato, il presidente della Società italiana di Ortopedia e Traumatologia (Siot), Paolo Cherubino, in merito agli spot Tv sui presunti casi di malpractice.
"Non è così- continua- che si risolvono i problemi della malasanità, ma individuando politiche serie e strumenti adeguati volti a migliorare il nostro sistema. Continuando di questo passo il mondo medico rischia di essere vittima di un contenzioso alimentato da queste campagne mediatiche".
"L'ortopedia, già enormemente penalizzata dal caro polizze, è la classe medica più a rischio che andrebbe supportata e sostenuta in maniera differente. A questo punto sarebbe opportuno- prosegue Cherubino- stabilire un tetto massimo ai risarcimenti come avviene in tanti altri Paesi civili. Auspico un intervento immediato del ministero della Salute e del Garante della pubblicità a tutela di tutti i medici italiani e in particolare di quelli che trascorrono intere giornate dentro la sala operatoria per salvare vite umane".
"È giunto il momento- conclude il presidente della Siot- che il Governo intervenga con politiche serie e a lungo termine per migliorare la preparazione del personale medico e a creare quei presupposti indispensabili per lo svolgimento della nostra professione. Se non si interviene in maniera decisa e tempestiva, nel giro di pochi anni le sale operatorie saranno pressoché vuote di personale sanitario".
Dello stesso avviso anche Michele Saccomanno, presidente del sindacato degli ortopedici e traumatologi italiani (Nuova Ascoti). "Basta con le operazioni di sciacallaggio a danno dei medici. Mentre il Governo dorme e il Ministro della Salute è affaccendato in altre faccende, in tv vanno in onda messaggi che compromettono negativamente il lavoro serio che il personale sanitario svolge negli ospedali di tutta Italia. I nostri governanti- conclude Saccomanno- dimenticano, con la loro inerzia di fronte a una questione tanto delicata come il tracollo del sistema sanitario, che la possibilità di esercitare la professione medica in serenità è motivo di sicurezza per i cittadini".
(Cds/ Dire)