Roma, 10 gen. - Entro la prossima settimana saranno nominati i primi dieci direttori generali di Asl e ospedali pubblici del Lazio. Lo ha annunciato il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, nel presentare la short-list di 50 nomi frutto di una lunga selezione fatta da una commissione di tre saggi.
L'elenco è composto da 36 uomini e 14 donne, con un'età media di 54 anni. Di questi 50, inoltre, 21 provengono dal Lazio e 29 da altre regioni. Tra i nomi spiccano alcuni direttori in carica o che in passato hanno ricoperto ruoli manageriali, come Aldo Morrone, Luigi Macchitella, Maria Paola Corradi, Elisabetta Paccapelo, Giuseppe Quintavalle, Angelo Tanese e Riccardo Fatarella (ex responsabile del Policlinico Umberto I). È importante specificare, però, che il governatore potrà nominare i nuovi manager pescando non solo da questi 50, ma dai 581 risultati idonei.
"Chiudiamo la stagione della spartizione politica di poltrone- osserva Zingaretti- Basta inciuci e basta accordi: la legge assegna a me un'ampia discrezionalità nella scelta e io deciderò sulla base di tanti criteri tra cui il ringiovanimento, perché l'età media degli attuali era oltre i 64 anni. Poi sicuramente ci saranno più donne, perché prima c'era soltanto un dirigente donna su 24. E gli altri due criteri sui quali mi baserò sono il valore dell'esperienza e dei curricula e un profondo rinnovamento rispetto agli attuali direttori", perché "ci sono tantissimi ottimi dirigenti dalle altre regioni che sono disponibili a venire nel Lazio".
Senza fare riferimento all'emergenza che stanno vivendo i pronto soccorso di molti ospedali, super affollati di pazienti, Zingaretti ha poi precisato che "la sanità attuale è gestita dai vecchi manager nominati dalla precedente giunta regionale. A molti tra loro sta per scadere il contratto".
Comunque oggi Zingaretti ha convocato i direttori di Asl per affrontare il caso degli ospedale oberati di malati che stazionano giorni sulle barelle delle ambulanze bloccando i mezzi di emergenza: "Avevamo dato delle direttive alle Asl, ma solo la metß si é adeguata. Purtroppo in ospedale corrono anche tanti cittadini che lí non dovrebbero andare perchè non sono malati gravi. Per questo avevamo pensato di aprire le Case della salute, ma prima dobbiamo avere il permesso di Palazzo Chigi".
A chi gli fa notare le critiche del governo Letta ai programmi del Piano antideficit (550 milioni nel 2013), il governatore replica: "Non sono stati criticati i piani operativi, ma la rete dei servizi che abbiamo trovato. Quelle sono le lacune che vogliamo superare". Poi il presidente, riferendosi al futuro del Forlanini (un ospedale di fatto chiuso), annuncia: "La ristrutturazione costa molto e ci sono vincoli dei Beni culturali. Stanno per trasferire l'ultimo reparto di Chirurgia polmonare. Poi farà parte del patrimonio immobiliare della Regione da valorizzare o alienare. Non prevediamo un uso sanitario".
(Cds/ Dire)