Roma, 26 feb. - L'intervista che segue è a cura di Giampaolo Roidi (giornalista del quotidiano 'Metro News').
Un anno fa la Regione Lazio fu costretta alle elezioni anticipate per lo scandalo Fiorito e le dimissioni della giunta Polverini. A che punto siamo, presidente Zingaretti, con la ricostruzione di un'immagine istituzionale? "Quello che conta in questo momento sono i fatti: tagli alle spese della politica per 88 milioni; trasparenza; 75 poltrone in meno nelle società regionali, per dire basta con l'idea che il potere sia divisione di posti e occupazione di spazi. E non solo. Abbiamo preso una Regione, come sostenuto dalla Corte dei Conti, con un bilancio 'tecnicamente vicino al default'. E in meno di un anno lo abbiamo messo in sicurezza pagando i debiti e aderendo al DL 35 per restituire 8,3 miliardi alle imprese e agli enti locali, che a loro volta possono così pagare i loro fornitori". Tre obiettivi raggiunti in questo primo anno.
"Il rilancio della programmazione dei fondi europei: neanche un euro tornerà a Bruxelles. La scelta dei nuovi direttori generali della sanità con una selezione fondata sui curricula e non come avveniva in passato sulle appartenenze politiche. La riorganizzazione del gruppo Sviluppo Lazio, che passa da 5 a una sola società, con un risparmio di 6 milioni l'anno e un aumento di efficienza e trasparenza".
Il prossimo 'fatto'? "Venerdì 28 febbraio aprirà a Sezze la prima Casa della Salute. Dopo anni di chiusure nasce a Roma e in tutta la Regione un nuovo modello di servizi sociosanitari".
I lettori di 'Metro' sono in grande parte utenti di mezzi pubblici, e quello della mobilità integrata resta un tallone d'Achille di questa regione. Quanto bisognerà aspettare per avere un sistema integrato ed efficiente? "Per molti anni la Regione Lazio non destinava neanche un euro al trasporto pubblico di Roma. In questi mesi abbiamo lavorato per trasferire alla Capitale le risorse necessarie per scongiurare la paralisi del Tpl. La condizione dei pendolari è l'altra emergenza: grazie all'accordo siglato con Fs stiamo consegnando 26 nuovi treni per ammodernare e potenziare il servizio sulle ferrovie regionali. Ora dobbiamo lavorare alla costruzione di un nuovo sistema della mobilità che presenteremo entro primavera. L'integrazione tra trasporto su gomma e trasporto su ferro è la sfida decisiva, insieme al potenziamento dei modelli alternativi di mobilità, come quella ciclabile".
Due obiettivi di miglioramento verosimili a breve termine, dando per scontato che le risorse non aumenteranno, anzi.
"Posso anticipare una scelta fondamentale: quella di rinnovare completamente la flotta di autobus del Cotral con l'acquisto di vetture ecologiche di ultima generazione. E poi garantire la quota regionale di fondi per il completamento della Metro C fino a Piazza Venezia".
Lei è romano ed è stato per un lungo periodo il candidato del Pd in Campidoglio per il dopo Alemanno. Poi i piani sono cambiati, lei oggi è alla Pisana e in Campidoglio è arrivato Ignazio Marino. Tra voi, è noto, c'è un sodalizio politico che va oltre l'appartenenza allo stesso partito. Che giudizio si sente di dare di questi primi mesi di nuovo corso su Roma? "Con la sua elezione il sindaco Marino ha segnato una forte discontinuità. Sta affrontando una fase difficile per la vita della città, puntando a cambiare uomini, comportamenti e priorità. È molto difficile ma sta seminando bene". Roma e Regione Lazio governate da maggioranze simili: una grande occasione di integrazione e collaborazione politica, come è stato in passato. Esistono fronti su cui questa sinergia si sta concentrando? "Con Marino lavoriamo gomito a gomito. La scorsa settimana abbiamo presentato una proposta di legge rivoluzionaria che darà più autonomia a Roma Capitale su materie decisive: commercio, urbanistica, demanio, ambiente, beni culturali, turismo. Basta ai doppi passaggi, alla burocrazia inutile, ai soldi sprecati e alle file che fanno perdere tempo ai cittadini".
Oltre agli auguri e a un 'in bocca al lupo di rito', cosa si sente di dire o di chiedere a Matteo Renzi, fresco di fiducia parlamentare, magari proprio sulla riforma del titolo quinto della Costituzione, uno dei punti fondamentali del suo programma? "Gli dico di cogliere occasione per fare una vera riforma dello Stato. Aggredendo il tema della burocrazia e della confusione e della sovrapposizione di competenze tra i diversi livelli di governo che spesso impedisce la decisione".
Un risultato o un impegno prodotto o preso tra la Regione Lazio e il governo Letta che lei vorrebbe fosse confermato e portato avanti da Renzi.
"Sicuramente il lavoro. Abbiamo messo in campo un pacchetto di misure per sostenere e non lasciare mai solo chi cerca un'occupazione. Stiamo investendo su questo centinaia di milioni di euro. E abbiamo bisogno di un governo vicino e capace e di programmi nazionali davvero innovativi".
Lei pensa che l'impegno di guidare il governo sia compatibile con quello di guidare il Partito democratico? "Non lo so, francamente è un dibattito che non mi appassiona". Nel bilancio regionale, la spesa per la sanità ha sempre prodotto, negli ultimi lustri, disavanzi e buchi neri, impedendo investimenti su altri settori lo stesso strategici (e torniamo sul tema dei trasporti). Anche nell'ultimo anno la spesa è stata tagliata e i cittadini se ne sono accorti. Ci rispiega qual è il suo obiettivo e modello di spesa sulla Sanità? "La sfida che oggi il Lazio si trova davanti è costruire un nuovo modello di sanità, partendo dal territorio. Una scelta che non solo libererà gli ospedali dall'essere, spesso, l'unica risposta possibile per i cittadini, ma ridurrà anche i costi. Ecco, come dicevo prima, l'importanza delle Case della Salute e di tutto il sistema della sanità territoriale, dal lavoro dei medici di base alla prevenzione. E poi in questi anni la sanità del Lazio è stata anche segnata da sprechi e irregolarità, se non vere e proprie truffe. Per questo abbiamo scelto di mettere al centro dell'azione di governo la trasparenza, le regole, i controlli.
Abbiamo rilanciato la centrale unica degli acquisti che ha prodotto in soli 6 mesi un risparmio di oltre 14 mln di euro e introdotto un sistema di fatturazione elettronica che non consente più furberie. La buona notizia è che siamo a un passo dalla meta. L'obiettivo che ci siamo posti è portare i conti della sanità in attivo nel 2015 e, dopo 8 anni uscire dal commissariamento. È una grande sfida, e andremo fino in fondo".
(Cds/ Dire)