Roma, 21 feb. - Via sciroppi, punture e pasticche, largo ai farmaci biotech, dalle staminali alle terapie geniche. Aprirà a Roma un'"officina" di manipolazione cellulare per la produzione delle nuove medicine". "Dal banco del laboratorio al letto del paziente", ripete il preside della facoltà di Medicina della Cattolica, Rocco Bellantone, vicepresidente della società Xellbiogene, il nuovo "opificio" per le biotecnologie, nato sotto forma di srl, una joint venture tra gli ospedali Bambino Gesù e Gemelli.
"Sarà una service company", annuncia l'amministratore delegato, Marco Dieci, "e finalizzerà alla produzione i progetti di ricerca dei due soci fondatori e di altri istituti, forte di due sedi, una negli ambulatori del Bambino Gesù a San Paolo, l'altra nel policlinico della Cattolica". "Messe insieme", aggiunge il presidente di Xellbiogene, Giuseppe Profiti, "fanno uno dei più grandi laboratori europei per le "terapie avanzate": quattromila metri quadrati dei quali mille 200 destinati alla produzione".
"Si realizzeranno lì", ancora Bellantone, "le staminali per far rigenerare i tessuti del cuore, necrotizzati in seguito a un infarto, o per indurre il sistema immunitario del nostro organismo a riconoscere le cellule tumorali e a distruggerle prima che determinino danni irreparabili".
Per la valutazione etica dell'attività produttiva la società Xellbiogene si avvarrà di un comitato scientifico di cinque componenti, tutti prof, dal presidente Bruno Giardina al cardiologo Filippo Crea, dal genetista Bruno Dalla Piccola all'oncoematologo pediatrico Franco Locatelli, al ginecologo Giovanni Scambia.
La ricerca, con finanziamenti pubblici ormai al lumicino, ha costi altissimi. E i due ospedali cattolici uniscono gli sforzi per individuare le nuove "medicine" producendo trattamenti avanzati non solo o non più con le tradizionali sostanze, estranee e spesso nocive alla salute, ma utilizzando, per la cura, parti e risorse prodotte dal nostro corpo. "Puntiamo", conclude Bellantone, "al trasferimento immediato dei risultati della ricerca al letto del paziente senza più dover acquistare terapie innovative a costi esorbitanti e con ritardi spesso rischiosi per la vita del malato".
(Cds/ Dire)