Roma, 20 feb. - Se potesse, oggi pomeriggio, anche lei che ha passato otto giorni e otto notti in barella, malata oncologica in attesa di un posto letto, a 77 anni suonati, prenderebbe un moccolotto acceso in mano e percorrerebbe i bei viali del San Camillo Forlanini. Ma al suo posto, oggi alle 18, davanti all'ingresso della prima azienda ospedaliera romana, alla fiaccolata contro l'austerità che mette a dura prova pazienti e personale, ci saranno il marito e la figlia di Bruna Manzin, che dopo 192 ore di attesa è finalmente riuscita a conquistare l'agognato letto e ora sorride coccolata da dottori e infermieri nel reparto di oncologia del padiglione Flaiani.
"Tanto è durata l'odissea di mia madre" conferma Francesca, la figlia 42enne dell'anziana paziente, entrata al pronto soccorso il 5 febbraio, dove è rimasta fino alla sera del 13. "Tutto il personale è da 10 e lode- premette la giovane donna- ma mamma è restata in barella 8 giorni in una stanza di un metro quadrato insieme a uomini e donne in attesa di un ricovero come lei, neanche fossimo in India, il pronto soccorso è diventato un reparto a tutti gli effetti".
E che situazione. Una situazione "agghiacciate" la definisce Francesca, comun denominatore di altri ospedali romani e non solo. "Tutta la struttura si regge solo sulla buona volontà del personale, sempre con il sorriso sulle labbra anche quando la stanchezza per i doppi turni si fa sentire- continua a raccontare- nessuno qui dentro si risparmia, ma la promiscuità non può evitare il disagio. Ho visto un'anziana donna cambiata davanti a uomo, se almeno si riuscisse a dividere i sessi in stanze separate...".
Il sofraffollamento al pronto soccorso è ancora di casa. E anche se non si sono visti più i pazienti curati sui materassi a terra, con le foto scattate dagli stessi malati, e l'attesa media è di "due giorni" situazioni limite come quella della signora Bruna non sono un'eccezione. Un'altra paziente, Mirella Cingolani, entrata in pronto soccorso in codice giallo (polmonite e scompenso cardiaco) ha aspettato il ricoverso in barella per quattro giorni, venerdì, sabato, domenica e lunedì. La 'piazzetta' delle ambulanze parla chiaro. "Martedì alle 14 ce n'erano ferme 9", dice Marco Lelli, segretario aziendale Nursind, il sindacato degli infermieri che avrebbe preferito "bloccare la Gianicolense", con la fiaccolata odierna cui partecipano anche Stefano Barone delegato aziendale Nursind, il coordinatore Cisl, Adriano Fiorini, il coordinatore Uil Roberto Marrone, per la Cgil Andrea Fidanza, per la Fsi (Federazione sindacati indipendenti) Fabrizio Tosti e poi ancora Usb, Peppe Nardo, il coordinatore Rsu Massimiliano De Luca.
Per i medici Bruno Schiavo dell'Anaao, il più rappresentativo sindacato della dirigenza medica. Per Lelli la manifestazioni di oggi pomeriggio non è che l'"antipasto". Se l'"austerity della sanità continuerà- prosegue - siamo pronti a fare le barricate con i letti su via Gianicolense". "Chiediamo alla Giunta Zingaretti- spiega Fiorini, Cisl- infermieri, ausiliari, tecnici, per ridurre le liste d'attesa, per aumentare i ricoveri, per ridurre i gravi disagi che molti cittadini sperimentano ogni giorno presso il Pronto soccorso ed in molti altri reparti".
E ieri in Regione l'incontro tra il subcommissario Renato Botti e i sindacati, da cui è emersa la decisione di "organizzare tavoli tematici", il primo e il più urgente quello sul personale. L'iniziativa su richiesta delle delegazioni della Funzione pubblica e della Sanità di Cgil, Cisl e Uil. L'incontro, organizzato e coordinato dalle strutture del commissario ad acta, si è svolto in Regione. Al centro dell'incontro la "situazione complessiva della sanità regionale", le "riforme in cantiere", quelle "messe in atto per superare le criticità", i "programmi operativi" e il "tema dell'occupazione". La riunione si è conclusa con la decisione di organizzare "tavoli tematici" per declinare in modo concreto le misure necessarie a sciogliere i nodi attuali. Il primo dei temi sarà quello del "personale", a cui seguirà subito l'argomento della "sanità privata" che presenta situazioni di grave debolezza per quanto riguarda le "regole d'ingaggio" con il sistema sanitario regionale, il "personale" e i "contratti".
(Cds/ Dire)