(DIRE) Roma, 13 feb. - Affrontare la vicenda Stamina "è stato molto difficile dal punto di vista umano. È la prima cosa che mi sono trovata sul tavolo come ministro". Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, torna ad affrontare la questione 'Stamina', intervendo al Videoforum di Repubblica. "Quello che è accaduto a Brescia è fuori da ogni rituale. Quando mi sono insediata ho trovato un decreto approvato al Senato mentre Brescia andava avanti da oltre un anno". Sarà quindi "la Procura di Torino", ha sottolineato il ministro a capire come il metodo sia entrato entrato dentro gli Spedali di Brescia "e in quale modo".
Si è discusso tanto a proposito delle cartelle cliniche dei pazienti in cura proprio a Brescia: "Noi abbiamo le cartelle da cui, per come sono state fatte, non si rilevano miglioramenti". Dopo il pronunciamento del primo comitato "che aveva definito l'inconsistenza scientifica" del protoccolo, "avevo chiuso la pratica. Poi è arrivata l'ordinanza del Tar secondo cui gli scienziati si erano già pronunciati". Secondo il ministro, che ha sottolineato di aver avuto un atteggiamento "di grande umiltà", di aver assunto una posizione "di terzietà" e di aver cercato di "far rispettare le regole", c'è stata però una "cattiva informazione. La carta stampata è stata più attenta rispetto alla tv che ha rincorso invece la televisione del dolore".
Sulla vicenda Stamina, ha detto ancora il ministro, "c'è stata una pressione molto forte". Il ministro voleva dare "risposte certe alle famiglie". Brescia, inoltre, "è stata aperta per ordinanza del tribunale. All'epoca Aifa e Nas l'avevano chiusa". Le infusioni non le hanno decise "medici e ministero ma ordinanze sparse dei giudici del lavoro". La situazione "è ingarbugliata. Se vi fosse stata una grande scoperta per la medicina, io ne avrei avuto vantaggi. Concedere le cure compassionevoli. Ma cosa sono? Quelle che hanno superato almeno la fase 1 della sperimentazione, Stamina non ha neanche cominciato la prima.
Rivedere il concetto? Dobbiamo rivedere tutto nel suo complesso, alla luce di questa vicenda. A chi è senza speranza si può permettere di accedere a cure che abbiano superato la fase 1, ma non creare cavie umane".
A proposito della nuova commissione, "ci sarà, ma siamo sub-iudice. Il comitato deve essere inattaccabile dal punto di vista delle eccezioni giuridiche e l'avvocatura dello Stato sta studiando proprio questo aspetto, dei possibili ricorsi. Credo che comunque finirà questa vicenda, dopo dovremo fare molte riflessioni".
(Wel/ Dire)