Roma, 10 feb. - Il sindacato degli Infermieri Nursind dopo il sit-in di protesta denuncia che a tutt'oggi la condizione del pronto soccorso e di riflesso delle unità operative del San Camillo è rimasta invariata, i pazienti continuano a sostare in maniera promiscua lungo i corridoi e inoltre, cosa più grave, non si sono visti passi concreti per risolvere questa situazione ma solo annunci cui non fanno seguito altrettanti azioni. Il problema è il solito, carenza di personale e un'organizzazione sanitaria territoriale insufficiente.
Lo stesso Direttore Generale dottor Morrone, in diverse interviste date ad organi di stampa nazionali, ha ammesso come il mancato ricambio generazionale del personale infermieristico è una delle cause più rilevanti della crisi in cui versa il nostro nosocomio, inoltre non è possibile andare avanti solo assumendo personale precario con contratti atipici pensando così di risolvere il grave problema infermieristico nella sanità romana e laziale.
Per questo in un comunicato stampa l'organizzazione sindacale chiede alla Regione Lazio tutte quelle iniziative che comportano lo sblocco del turnover e permettono così l'assunzione di nuovo personale infermieristico. Misure reali e concrete e non annunci per eliminare il degrado dovuto alle ore di attesa al pronto soccorso. Una riorganizzazione del servizio per l'assistenza a beneficio dell'utenza "Inoltre- prosegue il comunicato Nursind- chiediamo alla Regione di sostenere in modo mirato i processi di riorganizzazione causa di questa situazione di sovraffollamento, in altre parole: implementazione dell'assistenza territoriale e cure primarie tutti i giorni e h 24; integrazione socio-sanitaria e servizi per la non autosufficienza come alternativa al solo ricovero ospedaliero. Dopo un anno di Giunta Zingaretti ancora non si è trovato il bandolo della matassa per sistemare in modo definitivo le contraddizioni della sanità in questa Regione. Ci auguriamo che da oggi in poi si passa dalla modalità del 'dire' a quella del 'fare' pensando oltre alla razionalizzazione e la riqualificazione delle spese anche a un miglioramento del servizio dato dal Servizio Sanitario Regionale nel rispetto del personale che ci lavora e della cittadinanza che ne fa uso".
(Cds/ Dire)