Roma, 7 feb. - Il vero obiettivo è la trasparenza. Arrivare alla certezza che nel Sistema sanitario nazionale non ci siano affari privati, doppi o tripli giochi giocati sulla pelle dei cittadini, peraltro con i soldi dei contribuenti. Utopie? Comunque, bisogna provarci. è la campagna promossa dalle associazioni Libera e Gruppo Abele che si propone di contrastare il fenomeno della corruzione. Perciò è stata avviata la petizione , praticamente un termometro che misura il grado di trasparenza delle 240 aziende sanitarie italiane, regione per regione, provincia per provincia, spiegano i promotori. Maggiore è il numero di criteri soddisfatti, maggiore è il punteggio raggiunto da ogni Azienda sanitaria nella classifica di Libera e Gruppo Abele.
La Regione più virtuosa per ora è la Basilicata, che raggiunge un 92 per cento di trasparenza (4 aziende sanitarie, 3 delle quali toccano il 100 per cento), seguita dal Friuli Venezia Giulia (90 per cento, con 4 al 100 per cento) dalla Valle d'Aosta (89 per cento, ma con una sola Asl), e dalla Lombardia (77 per cento di trasparenza, frutto però della media di ben 49 Asl). Le maglie nere sono il Molise (19 per cento), la Campania (28 per cento, con l'Asl Napoli Nord e l'Istituto tumori fondazione Pascale fermi allo 0 per cento), la Calabria (35 per cento) e le Marche (37 per cento). Ma i dati, nonostante il termine ormai scaduto, sono in continuo aggiornamento. La Sardegna per esempio, che a metà gennaio era appena al 27 per cento, è passata in pochi giorni al 52 per cento.
(Wel/ Dire)