Roma, 23 apr. - Dopo tre mesi di nuovi controlli, disposti a fine 2013 dopo che i primi accertamenti era stati formalmente chiusa nell'agosto 2012, la procura di Torino ha terminato le indagini sul caso Stamina.
Gli indagati sono venti, tra cui Davide Vannoni, il padre della contestata terapia che ora si candida alle Europee, in tutte le circoscrizioni, con il movimento "Io Cambio - Maie": oltre a lui, presidente della "Stamina Foundation", tra i venti indagati ci sono neurologi, biologi, otto medici degli Spedali di Brescia e un membro dell'Aifa, l'agenzia nazionale per il farmaco. Il rituale avviso di chiusura indagine prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. Gli indagati, in pratica tutto l'entourage di Vannoni, avranno venti giorni di tempo - una volta ricevuto il cosiddetto '415 bis' - per chiedere di essere interrogati o per presentare memoriali difensivi o altri documenti. Alcune posizioni sarebbero state stralciate: ciò può preludere ad archiviazioni o alla necessità di effettuare ulteriori accertamenti.
Il commento a caldo del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin: "Non sono molto stupita, vedremo l'esito del processo. E' una vicenda che ha tenuto l'Italia con il fiato sospeso, e me, con molte preoccupazioni e ansie. L'importante è che ne esca chiarezza, perchè qui le vittime sono le migliaia di persone che hanno creduto di poter avere una cura".
Le tappe. Tre anni di annunci, inchieste e milioni stanziati. Nelle ultime settimane la cancelleria del pubblico ministero Raffaele Guariniello ha lavorato sodo per preparare il corposo capo d'accusa in cui sono condensati gli esiti delle indagini dei carabinieri del Nas. I laboratori abusivi portati "negli scantinati" o "nascosti a San Marino nel palese intento di sfuggire ai controlli istituzionali previsti in Italia". Le chiacchiere degli operatori sui casi di malati senza speranza che "per fortuna sono in aumento". I pazienti o i loro parenti allettati dai video (che ora valgono a Vannoni e ai suoi anche l'accusa di violazione della privacy, soprattutto nel caso dei pazienti minorenni) con le guarigioni miracolose: un russo che vince il morbo di Parkinson e riprende l'attività di danzatore, la giovane donna affetta da Sla che supera la paralisi e deambula con le protesi. Un "metodo" che meno di un mese fa un giudice del lavoro torinese, respingendo il ricorso di una coppia che lo chiedeva per il figlio, ha bollato come "caso di ciarlataneria". Per dare un'idea del giro di denaro: infusioni a parte, servivano diecimila euro all'anno, per esempio, per lasciare le proprie cellule in custodia a San Marino in modo da riutilizzarle in futuro. A carico di Vannoni è già in corso un processo per tentata truffa alla Regione Piemonte: avrebbe tentato di ottenere 500mila euro per una sua onlus, prima tranche di un ancora più corposo finanziamento da due milioni, per aprire un laboratorio senza però, è l'accusa, averne i requisiti.
L'inchiesta si era già formalmente conclusa nel 2012 ma, nei mesi successivi, Guariniello aveva continuato gli accertamenti. Estendendoli a quanto succedeva intorno agli Spedali Civili di Brescia, dove la terapia "ad uso compassionevole" è stata fatta entrare fino allo scorso 2 aprile, quando i medici hanno deciso di interrompere "fino a data da definirsi" la somministrazione del trattamento, come annunciato dal commissario straordinario dell'azienda ospedaliera, Ezio Belleri, in audizione al Senato.
(Cds/ Dire)