Roma, 22 apr. - Articolo tratto da "Il Messaggero".Il blitz. Ispezioni nei 48 centri di fecondazione assistita nel Lazio. Trentotto i privati, tre i convenzionati e sette pubblici. Nessuno di questi, come si legge nell'elenco dell'Istituto superiore di sanità, ha l'autorizzazione della Regione. Un 'dettaglio' che è emerso appena è avuta alla luce la vicenda dell'ospedale Pertini.
La legge. Solo all'inizio di quest'anno (la legge sulla fecondazione è del 2004) sono iniziate le verifiche del Centro nazionale trapianti. Lo scambio ha accelerato i super controlli. Tanto che il presidente della Regione Lazio Zingaretti ha nominato un commissario ad acta che resterà in carica per sei mesi: è Corrado Melega, 69 anni, ex direttore del reparto di Ostetricia e ginecologia dell'ospedale Bufalini di Cesena, coordinatore della commissione regionale emiliana per il percorso nascita.
Al setaccio. "Dovrà assicurare, sono le indicazioni della Regione, il compiuto e tempestivo svolgimento di tutte le attività funzionali al completamento delle procedure di autorizzazione all'esercizio di attività di procreazione medicalmente assistita".
Anche i Nas di Roma, guidati da Dario Praturlon, da martedì saranno all'ospedale Pertini come richiesto dal pm. Al setaccio le cartelle cliniche e i procedimenti seguiti per le fecondazioni (dal prelievo all'impianto degli embrioni fecondati in vitro). I carabinieri convocheranno, oltre le cinque coppie coinvolte nel caso, anche il personale medico e tecnico impegnato nel centro di procreazione assistita. Il lavoro dei Nas andrà, così, ad affiancare la relazione che lo stesso ospedale ha fatto appena è stato scoperto l'errore e il documento dell'ispezione mandati dal ministero della Salute.
I laboratori. La vicenda del Pertini ha sollevato il "problema Lazio", l'unica Regione che non ha lavorato per dare l'autorizzazione ai laboratori. "Dopo nove anni di caos nell'accreditamento- spiega Zingaretti- la Regione Lazio è intervenuta nell'aprile del 2013 con un decreto da me firmato per attuare gli obblighi previsti dalla legge e chiudere l'ennesima brutta pagina".
"Qui nel Lazio- aggiunge il ministro Lorenzin- sono mancate le procedure di sicurezza. E' un fatto gravissimo. Sia, comunque, chiaro, la legge sulla fecondazione non torna in discussione.
Bisogna solo applicare la norma".
(Cds/ Dire)