Roma, 18 apr. - "Non saranno lineari, ma pur sempre tagli sono ed il rischio che il Patto salute abortisca prima ancora di vedere la luce è sempre più concreto. C'eravamo tanto illusi che la logica della sanità usata come bancomat fosse finita, che il Premier Renzi avesse capito che nel settore c'è poco da tagliare per non mettere a repentaglio il diritto alla salute dei cittadini". E' quanto afferma Raffale Calabrò, capogruppo Ncd, in Commissione Affari Sociali in vista del varo del decreto previsto per oggi e che con le anticipazioni di ieri ha allarmato tutto il mondo della sanità.
"Si apprende, invece, di possibili sforbiciate a farmaci, ospedaliera convenzionata e beni e servizi e a stipendi a manager e dirigenti. Ritorna, insomma, la logica ragionieristica e demagogica che vorrebbe imporre tetti per i manager che, certo, non beneficiano di stipendi d'oro e che lavorano da anni in situazioni di particolari criticità assumendosi non poche responsabilità- spiega Calabrò-. Eccolo, il revival dei tetti ai beni e servizi, un film già visto che, anziché, diminuire la spesa ha comportato la riduzione della qualità degli stessi a scapito della salute dei cittadini".
"Quanto ai tagli all'ospedalità privata rappresentano un danno per pazienti, medici e lavoratori. E' evidente che non si tiene conto del fabbisogno di salute, ma si ragiona semplicemente con la logica dei numeri dei posti letto, per cui i piccoli muoiono, i grandi sopravvivono. E' così che si uccidono quegli imprenditori che inattesa dell'accreditamento, hanno investito nella sanità che, ancora una volta viene percepita come una spesa e non come un fattore di investimento", conclude il parlamentare del Ncd.
(Cds/ Dire)