(DIRE) Roma, 25 nov. - A 19 mesi dalla tragedia di Morosini, un'altra morte sul campo di gioco. Stavolta il calcio piange un ragazzo di 14 anni, poco piu' di un bambino.
"Non conosco ancora i dettagli- dice Maurizio Casasco, presidente della Federazione medico sportiva italiana- e' impossibile commentare. Piu' in generale, quando un atleta muore in una partita, la prima cosa che mi chiedo non e' se ci fosse o meno il defibrillatore, ma piuttosto se il ragazzo avesse sostenuto la visita per l'idoneita' sportiva. Nella categoria Giovanissimi sono obbligatori controlli da attivita' agonistica. Se in Italia l'incidenza delle morti sul campo e' di una su 1,5 milioni, dieci volte inferiore al resto del mondo, e' perche' molte vite vengono salvate grazie all'attivita' di controllo".
Quanto puo' aver inciso l'assenza del defibrillatore? "Dipende dai casi, questo andra' verificato. La presenza dell'apparecchiatura e di personale qualificato sono solo una tappa di un percorso piu' ampio, che parte dallo screening medico e prosegue con il protocollo del pronto soccorso sportivo, che serve a intervenire non solo in caso di arresto cardiaco ma anche di commozione cerebrale o altre emergenze specifiche".
Il decreto Balduzzi impone a tutte le societa', professioniste e dilettanti, di dotarsi del defibrillatore semiautomatico. Da luglio, le societa' hanno 30 mesi di tempo per mettersi in regola. Non le sembrano tempi troppo lunghi? "Sono termini massimi: non basta comprare le macchine, ma e' necessario anche ottenere la patente per usarle, e la qualificazione del personale richiede tempo. In alcune realta', come Lombardia e Veneto, siamo molto avanti nella formazione del personale. Altre Regioni, invece, sono sorde: ci sono assessorati che neanche rispondono alle nostre richieste e proposte. Il decreto Balduzzi ha avuto un iter legislativo lungo, da settembre del 2012 fino a luglio 2013. E continua a incontrare resistenze in aula anche adesso".
Il defibrillatore semiautomatico, il personale qualificato, gli esami clinici, fanno lievitare i costi di gestione. E per molte piccole societa' e' un problema.
"Abbiamo fatto tanto per introdurre questa norma, e ora c'e' chi vuole alleggerirla. È francamente assurdo. Prendiamo l'attivita' preagonistica, che riguarda molti bambini: il decreto Balduzzi rende obbligatorio dell'elettrocardiogramma, ma un gruppo di parlamentari ha inserito un emendamento, nel decreto del fare, con cui l'ha reso facoltativo. Adesso, per fortuna, dovra' essere il ministero, con l'Ordine dei medici e il Consiglio superiore di sanita', a prendere una decisione definitiva. E tutta questa discussione per un esame che costa pochi euro e puo' salvare vite. Poi parliamo di regole e di prevenzione...".
(Cds/ Dire)