Roma, 21 nov. - Graduatoria nazionale unica, razionalizzazione delle scuole, piu' formazione negli ospedali. Per i medici specializzandi la legge Carrozza ha disegnato una piccola grande rivoluzione, che dovrebbe partire gia' dal prossimo anno accademico. Obiettivi: piu' merito, piu' aderenza dei percorsi universitari ai bisogni del sistema sanitario.
La riforma dell'accesso Grazie alla modifica del Dlgs 368/1999, l'accesso dei medici alle scuole di specializzazione avverra' con un concorso a graduatoria nazionale unica. Stop al far west delle graduatorie per ateneo e dunque all'anticamera nelle scuole prescelte cui sono costretti tanti neolaureati, in attesa che il professore dia il suo via libera.
La graduatoria nazionale e' un colpo ai baronati, ma questa apertura di credito al merito va letta in tandem con le altre novita'. In primis con la norma che sostituisce nel testo del decreto del 1999 le parole 'commissioni giudicatrici locali' con 'la commissione'. Significa che le commissioni di ateneo dovranno limitarsi al compito di registrare i punteggi legati agli aspetti oggettivi dei curricula degli aspiranti specializzandi (voto di laurea e media degli esami)? Il tavolo tecnico incaricato di elaborare proposte sull'accesso alle scuole ha consegnato in realta' al ministro dell'Istruzione, Maria Chiara Carrozza, un suggerimento piu' soft: la valutazione dei curricula deve contemplare anche altro, come i risultati negli esami specifici per tipologia di scuola o eventuali titoli acquisiti durante il corso di laurea.
"Per me servono entrambe, la commissione nazionale e quelle locali- dice il presidente del Cun, Andrea Lenzi- il riordino delle scuole oltre al nuovo regolamento sull'accesso, Carrozza ha una scadenza precisa da rispettare: entro il 31 marzo 2014 deve emanare un Dm per riorganizzare classi, tipologie e durata dei corsi di specializzazione. Che va rivista osservando i limiti minimi previsti dalla normativa europea in materia".
Rispetto alla direttiva 2005/36, 25 tipologie di scuole sulle ben 59 attive in Italia durano oltre i minimi europei e altre venti non sono contemplate dall'ordinamento Ue. La razionalizzazione passera' dalla revisione degli obiettivi formativi, cui il Cun sta gia' lavorando, ma anche da semplificazioni e accorpamenti. Qualche ipotesi: prevedere un tronco comune per alcune specializzazioni e fonderne altre.
Chirurgia generale e chirurgia dell'apparato digerente, ad esempio, cosi' come chirurgia toracica e cardiochirurgia. La legge prescrive che la riorganizzazione si applichi subito ai nuovi specializzandi (il bando per l'anno 2013-2014 e' atteso verso maggio ma non e' escluso che ritardi ancora). Per gli iscritti al secondo o al terzo anno il Miur dovra' adeguare l'ordinamento didattico alla durata accorciata. Soltanto per gli iscritti al quarto o ai successivi anni restera' valido l'ordinamento attuale.
Una retroattivita' che non e' piaciuta agli interessati. "Siamo soddisfatti della riforma- spiega Walter Mazzucco del Segretariato italiano giovani medici- ma avremmo preferito che l'applicazione agli iscritti attuali potesse avvenire su base volontaria".
Il legame con il Ssn. La legge Carrozza ribadisce che il numero di specialisti da formare va determinato in base a tre elementi: l'obiettivo di "migliorare progressivamente" la corrispondenza tra il numero di studenti ammessi a medicina e quello dei medici ammessi alle scuole; il quadro epidemiologico; i flussi previsti per i pensionamenti e le esigenze di programmazione delle Regioni. Si potenziano inoltre le possibilita' per gli specializzandi di formarsi nelle strutture della rete formativa e non solo nei Policlinici. Il nodo risorse I risparmi derivanti dalla riorganizzazione dovranno essere destinati all'aumento dei contratti di formazione specialistica, che nel 2012-2013 si sono ridotti dai consueti 5mila a 4.500.
Per l'Economia, per il 2013-2014 ci sono risorse sufficienti a finanziarne neanche 2.800, a fronte di un fabbisogno annuo di oltre 8mila specialisti da formare stimato dalle Regioni. Le speranze dei giovani medici sono tutte verso la legge di stabilita'.
(Cds/ Dire)