Roma, 15 nov. - Farmindustria e i sindacati di Filctem-Cgil, Femca Cisl e Uiltec chiedono "l'immediato confronto con il Governo per rappresentare la gravita' del quadro descritto e il rischio drammatico di perdere un altro settore industriale ad alto contenuto tecnologico, uno dei pochi rimasti, fondamentale per la crescita del Paese".
In una nota congiunta si legge che nell'incontro tra azienda e sindacati sono emersi "la gravissima e condivisa preoccupazione e lo sconcerto per gli emendamenti alla Legge di Stabilita' in discussione in Parlamento sulla farmaceutica. In particolare, desta forte apprensione la proposta di prevedere a livello territoriale l'uso di gare basate sull'equivalenza terapeutica".
Si tratta di "una misura che, se adottata, colpirebbe i pazienti, l'autonomia prescrittiva dei medici e le imprese del farmaco che producono e investono in Italia, a favore di quelle estere. Con conseguenze facilmente prevedibili in termini di riduzione dell'occupazione, di delocalizzazione degli stabilimenti, di chiusura di aziende, di calo drammatico della produzione e dell'export. Ancora una volta decisioni di carattere meramente economicistico metterebbero da parte gli interessi del Paese e della sua crescita per puntare a fare cassa immediatamente. Tornerebbe cosi' a galla la logica dell'industria farmaceutica come bancomat per coprire sprechi e inefficienze non addebitabili ai farmaci".
Stessa lunghezza d'onda per Assogenerici, che in un comunicato si dichiara esterrefatta dalla scoperta "che e' stato presentato un emendamento alla legge di stabilita' che prevede l'estensione del meccanismo delle gare ai farmaci a brevetto scaduto destinati alla dispensazione nelle farmacie", afferma il presidente di AssoGenerici, Enrique Häusermann.
Per l'Associazione dei produttori di equivalenti, se approvata, la norma contenuta nell'emendamento puo' avere conseguenze pesantissime sulla tenuta del comparto farmaceutico, sui livelli occupazionali e, come conseguenza ultima, sull'assistenza ai cittadini stessi.
"L'acquisto attraverso le gare da parte dell'amministrazione pubblica, se combinato con i ritardi nei pagamenti e con il meccanismo del pay-back, come abbiamo piu' volte argomentato, nel medio termine ha l'effetto di porre fuori mercato intere classi di farmaci. Condividiamo l'esigenza di salvaguardare il fondo per la non-autosufficienza, cui sarebbero destinati gli eventuali risparmi conseguiti con questa norma, ma perseguire questo fine a spese del comparto sanitario significa perseverare nello stesso errore che ha portato, per decenni, a confondere la sanita' con l'assistenza, con gli effetti perversi che sono sotto gli occhi di tutti. Se l'obiettivo e' quello di trovare 300 milioni di euro nel comparto farmaceutico - a tanto ammonta infatti la previsione di risparmio dell'emendamento - ci sono ben altri strumenti per farlo senza ricadute sull'occupazione e sul sistema industriale nel suo complesso".
"Siamo disponibili- conclude Häusermann- a sederci attorno ad un tavolo con il Governo per trovare le soluzioni". AssoGenerici chiude il comunicato si augurandosi che l'emendamento venga respinto.
(Cds/ Dire)