Roma, 18 dic. - Il caso. Aperta un'indagine sulla morte di un pensionato di Cecchina, avvenuta l'altra sera nell'ambulanza che lo portava al pronto soccorso dell'ospedale di Albano. Mario Nulli, 71 anni, è deceduto lunedì sera. Il pensionato nel tardo pomeriggio si era recato all'ospedale con una crisi ipertensiva e palpitazioni. I medici di guardia, dopo aver appurato che il paziente era cardiopatico, hanno prestato le cure ritenute necessarie. Dal referto risulta che sono stati effettuati trattamenti per abbassare la pressione, l'elettrocardiogramma e gli esami del sangue. Quando la pressione si è stabilizzata e i valori ematici sono stati giudicati normali, i sanitari hanno disposto le dimissioni del paziente. A casa, però, Mario Nulli, poco prima delle ore 23, ha accusato altri gravi disturbi e mentre veniva riaccompagnato in ospedale è deceduto nell'autoambulanza.
La reazione. I familiari, sconvolti per la morte dell'uomo, hanno cominciato ad alzare la voce e poi, in un crescendo, hanno anche preso di mira le suppellettili del pronto soccorso, danneggiando una porta. In difesa dei medici e degli infermieri di guardia sono dovuti intervenire i carabinieri della stazione di Cecchina che hanno riportato la calma. Intanto al pronto soccorso dell'ospedale, diventato una frontiera di guerra, c'erano più di cinquanta persone in attesa. I familiari di Mario Nulli, ritenendo che non sia stato fatto tutto il possibile per salvare la vita del proprio congiunto, hanno presentato una denuncia ai carabinieri della stazione di Cecchina, che hanno prontamente sequestrato la cartella clinica. L'autopsia ordinata dal magistrato dovrà stabilire le reali cause del decesso del pensionato di Cecchina.
Turni massacranti. Questo nuovo episodio nefasto, occorso al reparto di pronto soccorso dell'ospedale di Albano ha accresciuto ancora di più la tensione dei sanitari che da tempo lavorano sotto organico e con turni massacranti. Proprio una settimana fa Maurizio Capogrossi, responsabile della medicina d'urgenza dell'Asl Rm H, aveva lanciato un appello alla Regione affinché non venissero licenziati otto medici precari, impegnati nei reparti di pronto soccorso degli ospedali di Frascati, Albano e Velletri. Ieri per fortuna una sentenza della magistratura ha di fatto prolungato il contratto dei medici precari fino a maggio, evitando che i reparti di pronto soccorso di tre ospedali venissero chiusi. "Ancora una volta- dice Salvatore Pace, responsabile della Cgil Medici dei Castelli Romani- la magistratura decide al posto di un insipiente governo regionale, chiuso nel proprio cerchio magico. I pronto soccorso sono al collasso, i medici fanno quello che possono e i pazienti protestano". Molti medici sono sotto inchiesta e la rabbia della gente aumenta giorno dopo giorno.
Il cartello. Nella sala di attesa del reparto di pronto soccorso dell'ospedale di Albano è stato affisso un cartello in cui si invitano i pazienti a non usare violenza contro il personale medico e a rispettare le poche strutture disponibili. La raccomandazione si è resa necessaria perché almeno due volte alla settimana le forze dell'ordine devono intervenire per sedare tumulti. "Non se ne può più- riprende il dottor Pace- A nome della Cgil Medici dei Castelli Romani chiedo ufficialmente le dimissioni di Nicola Zingaretti da commissario straordinario della Sanità regionale che non ha ancora deciso niente e che ha fatto pochissimo per cambiare queste situazione da Terzo mondo. Non possiamo restare perennemente in attesa di direttive, perché i sanitari sono allo stremo e la gente rischia".
(Cds/ Dire)