Roma, 17 dic. - La sanità del Lazio sta morendo: parte la mobilitazione degli operatori per difendere i diritti dei lavoratori e i diritti dei cittadini sanciti dalla Costituzione. "La buona salute è fatta di persone: tagliare la precarietà, investire su di loro". Con questo slogan si svolgerà domani l'attivo dei quadri e delegati della sanità pubblica e privata di CGIL FP CISL FP e UIL FPL nella quale si decideranno le azioni da intraprendere per contrastare l'inerzia delle istituzioni.
L'iniziativa, che avrà inizio alle ore 15, si svolgerà presso la Sala Tirreno della Regione Lazio e avrà al centro le problematiche della sanità laziale con particolare attenzione alle questioni inerenti il personale. FP CGIL CISL FP UIL FPL lanceranno le loro proposte per rimettere in sesto la sanità nella nostra Regione, mettendo al centro i veri protagonisti di qualsiasi riforma del sistema sanitario regionale, gli operatori. Sarà una importante occasione per denunciare le forti carenze di mezzi e personale che rischiano di far collassare il sistema e la grave crisi occupazionale che sta vivendo tutta la sanità privata.
"Bisogna fermare immediatamente- dicono i sindacati- la diminuzione di personale che penalizza i servizi, aumenta i carichi di lavoro e favorisce le esternalizzazioni e le privatizzazioni; se non si stabilizzano i precari, e si riprende ad assumere personale, moltissimi servizi saranno destinati a chiudere. Domani, insieme alle delegate e ai delegati di tutte le strutture sanitarie della Regione, decideremo le iniziative di mobilitazione per modificare i progetti della Regione Lazio, stoppare i tagli causati dal ministero dell'Economia e dal tavolo del piano di rientro ministeriale, che non fa i conti col diritto alla salute dei cittadini".
"Chiederemo alla Regione- proseguono- l'apertura di un vero confronto che ancora stenta a decollare sulle importanti scelte che devono essere prese al più presto per rilanciare la sanità nel Lazio, a partire dalla revisione del protocollo sui Policlinici universitari che non ci soddisfa. Non bastano gli sforzi che congiuntamente sono stati fatti per risolvere o tamponare le gravi crisi di importanti gruppi, è necessario adesso un repentino cambio di passo fatto di partecipazione e condivisione degli obiettivi e delle strategie. Ci vogliono forti relazioni sindacali e un vero controllo da parte della Regione sull'operato dei direttori generali e regole chiare sui gruppi privati per spendere meno e meglio le risorse a disposizione".
"Chiederemo infine un impegno concreto alla Regione per siglare insieme alle associazione datoriali della sanità privata una moratoria che blocchi i licenziamenti, il dumping contrattuale che permette l'applicazione di contratti che tagliano del 40% i salari e metta in trasparenza i bilanci. Non è tollerabile che chi si è arricchito per anni con soldi pubblici in un momento così delicato per l'intero settore scarichi la crisi sui lavoratori. Il tempo per salvare la sanità del Lazio sta scadendo, noi non resteremo fermi, per questo domani sarà indetto lo stato di agitazione di tutte le strutture pubbliche e private e saranno messe le bandiere di Cgil Cisl e Uil in ogni presidio sanitario della Regione, a cui seguirà una campagna informativa nei confronti dei cittadini per informarli della drammatica situazione in cui si trova il Servizio Sanitario Regionale. Se non avremo risposte immediate- concludono- partirà la mobilitazione".
(Cds/ Dire)