Roma, 9 dic. - Il report annuale stilato dal Censis sulla situazione sociale dell'Italia da' una consistenza statistica a molti dei problemi che affliggono la sanita' nel nostro Paese. Pubblicato nei giorni scorsi, il documento fotografa innanzitutto una profonda differenza tra le diverse aree geografiche: se i cittadini del nord ritengono che il Servizio sanitario nazionale sia adeguato (il 49,6 per cento nel nord-ovest e il 54,5 per cento nel nord-est), nel centro e soprattutto nel sud l'insoddisfazione si estende alla maggior parte della popolazione.
Dall'indagine- come riporta il perdiodico di settore 'Doctor 33' con estrema attenzione- emerge una conferma dell'aumento della compartecipazione della spesa sanitaria (quella per i ticket sui farmaci e' cresciuta del 117,3 per cento dal 2008 al 2012) e del numero di italiani che si rivolgono direttamente alle strutture private.
Si tratta, secondo il Censis, di "un importante segnale di una progressiva contrazione di fatto della copertura pubblica che, per le zone del Paese con situazioni di offerta piu' precaria e per le fasce piu' deboli, puo' tradursi anche in un rischio di uscita dal servizio pubblico".
Eppure, la sanita' integrativa resta sconosciuta a molti degli italiani. Se 11 milioni hanno sottoscritto un'assicurazione sanitaria, il 33,6 per cento degli intervistati non ha mai sentito parlare di fondi sanitari integrativi e polizze malattia e un ulteriore 34,9 per cento, pur avendone sentito parlare, non sa esattamente cosa siano. Supera la meta' la percentuale della popolazione che dichiara di non conoscere le differenze tra un fondo sanitario integrativo e una polizza malattia e sono oltre il 57 per cento i cittadini che non sanno di poter ottenere, con i fondi sanitari integrativi, un vantaggio fiscale rispetto alle polizze malattia.
Anche i fenomeni demografici hanno un impatto sulla sanita'.
Laddove le famiglie hanno tradizionalmente ricoperto un ruolo essenziale di assistenza e cura, il progressivo aumento delle persone che vivono da sole costituisce un ulteriore rischio di tenuta del sistema di welfare: superano ormai i 7,5 milioni e sono aumentati di quasi 2 milioni nell'ultimo decennio.
(Cds/ Dire)