Roma, 6 dic. - Pareggio di bilancio, con l'azzeramento del deficit sanitario, per il 2015; Case della salute per contenere la forza d'urto del taglio di altri 892 posti letto ospedalieri; week hospital (degenze dal lunedi' mattina al venerdi' sera per gli interventi chirurgici programmati) e via le quattro macro aree. Sono i capisaldi dei 'Programmi operativi 2013-2015' che, in 386 pagine, tracciano l'architettura della Sanita' laziale che verra'. O, almeno, di quella che il governatore commissario, Nicola Zingaretti, la sua giunta e gli uffici della Regione, vorrebbero che arrivasse. Il documento sara' al centro della riunione del tavolo tecnico di verifica del piano di rientro dal deficit (Regione e ministeri di Economia e Salute), che dal 5 e' stata spostata al 12 dicembre.
"È una scommessa- ha ripetuto piu' volte il presidente Zingaretti- una sfida con noi stessi sulla rivoluzione indicata in queste pagine". Accanto a lui, Flori Degrassi, alla guida della Sanita' regionale nella direzione della Programmazione, e Alessio D'Amato, responsabile della Cabina di regia del Servizio sanitario del Lazio.
"Sara' quello dell'efficienza- ha annunciato la dirigente Degrassi- il criterio da adottare per ridurre i posti letto ospedalieri allineando il loro numero allo standard prescritto dalla spending review: tre ogni mille abitanti". In altre parole, via i letti che "nell'ultimo biennio sono stati occupati poco o meno di altri". "Non saranno toccate le aree dell'emergenza", ha assicurato Zingaretti. Le degenze dei pronto soccorso, delle rianimazioni, delle terapie intensive, cioe', resteranno le stesse. Quindi, a pagare il prezzo dei nuovi tagli saranno soprattutto le divisioni di medicina e quelle di chirurgia.
Passi per le prime. Un abbassamento ulteriore dei posti nelle seconde potrebbe strozzare ancora di piu' l'attivita' assistenziale nei pronti soccorso. E per le degenze extra- ospedaliere? Mancano 600 posti per la lungodegenza (il Lazio ha 0,4 letti ogni mille abitanti mentre lo standard e' fissato allo 0,15). E le Rsa? Servirebbero 7mila letti per coprire un fabbisogno stimato in 13mila.
"Saranno cancellate le quattro macro aree", ha annunciato il governatore. Finalmente. Via una finzione durata tre anni. Un espediente buono a nascondere, soprattutto per i territori fuori Roma, la carenza di servizi assistenziali e di posti letto per acuti. Benvenuta l'abolizione di quell'escamotage cartaceo che tanti guai ha portato agli assistiti delle quattro province. Poi, pero', cosa accadra'? A Rieti, dove il rapporto tra letti e residenti e' attestato a 2,3, a Frosinone (2,4), a Viterbo (2,5) e a Latina (2,7), le degenze saranno portate allo standard del 3 per mille? E saranno realizzati i Dea di secondo livello nelle citta' capoluogo? "Lo abbiamo scritto- assicura D'Amato- Intanto saranno riclassificati i pronto soccorso di Latina e di Viterbo".
I programmi operativi per l'attuazione del piano di rientro saranno sottoposti all'attenzione dei dirigenti dei due ministeri. Quelle centinaia di pagine usciranno indenni dal vaglio dei tecnici del governo? Sarebbe la prima volta per il Lazio. Ci sara' da aspettare quel giorno anche per capire chi ha ragione tra la Corte dei conti e la Regione sul disavanzo 2012: 720 milioni per i magistrati contabili, 604 per gli uffici del commissario. Raggiungere il pareggio per il 2015, infine, comportera' la riduzione di 350 milioni di euro all'anno.
Altroche' sfida. Sara' una lotta titanica.
"Sono impegnato- ha assicurato Zingaretti- a far uscire la sanita' del Lazio dal commissariamento con il consuntivo di quell'anno, quando, forse, riusciremo a portare a casa un avanzo di gestione che stimiamo in 8 milioni".
(Cds/ Dire)