(DIRE) Roma, 3 dic. - Chi ha problemi di emofilia (4.300 in Italia, per lo piu' maschi) o e' tra gli 8.800 italiani con malattie emorragiche congenite la paura del dentista ce l'ha sempre e comunque, indipendentemente dal dolore che potrebbe provare. Gli basta pensare ai suoi rischi di difficile coagulazione e di possibili emorragie. Spaventa anche solo l'ablazione del tartaro, figuriamoci se c'e' da fare un'estrazione o mettere un impianto. D'altra parte a non intervenire si corre un altro rischio: trascurare una bocca che invece va comunque curata.
Tranquillizzanti le indicazioni terapeutiche derivate dall'esperienza che hanno compiuto insieme a Roma e nel Lazio l'Istituto Odontoiatrico Eastman e il Centro Emofilia del Policlinico Umberto I. Hanno messo a punto e collaudato un modello di cura odontoiatrica proprio per chi soffre di emofilia o di malattie emorragiche. Grazie a nuove tecniche e a protocolli di alta sicurezza, niente piu' bisogno di ricovero e niente piu' paura del dentista. In passato, per un'adeguata copertura emostatica nei trattamenti odontoiatrici, ci voleva l'ospedale: in media cinque giorni di degenza.
Oggi, con determinati accorgimenti, per questi pazienti a rischio basta l'ambulatorio, cure piu' accessibili e meno onerose.
"Abbiamo attivato dei sistemi PAC, Prestazioni Ambulatoriali Complesse, per trattarli a livello ambulatoriale, senza ricorrere al regime di ricovero- spiega Francesco Riva, Unita' Operativa di Chirurgia Odontostomatologica Eastman- Questo ha determinato una netta riduzione dei costi di gestione e una migliore aderenza al trattamento del paziente. Tra il 2007 e il 2013 sono stati sottoposti a trattamenti chirurgici invasivi 50 pazienti (42 maschi e 8 femmine) con disturbi congeniti della coagulazione.
Senza ricorrere all'ospedalizzazione abbiamo effettuato 156 chirurgie, facendo registrare 0 casi di sanguinamento o complicazioni da infezioni post operatorie".
(Cds/ Dire)