Villani: Quello che facciamo si trasmette per quattro generazioni
(DIRE-Notiziario settimanale Minori e Pediatria) Roma, 25 set. - "La vita inizia ancora prima di cominciare, perche' quello che facciamo oggi e' trasmissibile per quattro generazioni". È partito da questa considerazione Alberto Villani, presidente della Societa' italiana di pediatria (Sip), per parlare dei primi mille giorni di un bambino e, soprattutto, di epigenetica: "La scienza che e' riuscita a dare la giusta rilevanza ai fattori ambientali uniti alla genetica", ha sottolineato il pediatra.
L'occasione e' stata il convegno 'Per una medicina personalizzata a misura di bambino-Le nuove frontiere in oncologia pediatrica e malattie rare', promosso dall'Osservatorio nazionale per i diritti dei malati in collaborazione con la Sip, l'Associazione italiana di ematologia ed oncologia pediatrica (Aieop), Malattie rare Lazio (MRL), l'Osservatorio sanita' e salute e CittadinanzAttiva.
"I primi 1.000 giorni di vita sono un tema sul quale si e' sempre molto dibattuto- ha precisato Villani- la novita' ora viene proprio dagli studi di epigenetica che evidenziano come non solo sia importante quello che avviene durante la gravidanza, ma anche cio' che succede prima", e quindi lo sguardo va al passato, ai nonni, ai bisnonni e ai trisnonni. "La nuova generazione inizia la vita con l'interruttore impostato in base ai fattori ambientali del progenitore", sottolinea il presidente Sip, citando le ricerche del genetista e biologo sovietico Theodosius Dobzansky. Gia' all'inizio del '900, facendo degli studi sui gemelli, lo scienziato dimostro' quanto l'ambiente potesse essere determinante "non solo in termini di salute fisica puramente intesa, ma anche per quanto riguarda il quoziente intellettivo. Gli studi dimostrano che e' possibile agire in maniera significativa con quello che avviene nell'ambiente", ha spiegato Villani. Da qui l'accento sul tema della prevenzione.
"L'epigenetica ha evidenziato l'importanza di poter modulare il patrimonio genetico di un individuo- sottolinea il presidente Sip- e quello che oggi e' importante e' che la medicina personalizzata non sia solo riparativa, ma anche preventiva e la prevenzione la si ottiene solo investendo".
La storia insegna. "Gli studiosi olandesi sono andati a vedere come stavano i figli 50-60enni delle donne che erano incinta durante il periodo della carestia del '44- ha raccontato Villani- e hanno scoperto che a seconda del trimestre in cui la mamma si trovava in quel momento, i figli ormai adulti soffrivano di patologie differenti. Questo a dimostrazione che l'alimentazione della madre e' importantissima per ognuno di noi anche a 50-60 anni di distanza". La carestia olandese fu "un episodio a cui gli studiosi di epigenetica fanno spesso riferimento- ha sottolineato il presidente della Sip- perche' in quel periodo un cittadino olandese aveva diritto a due fette di pane, due patate e un pezzo di barbabietola. Le calorie per ognuno erano circa 400-800 al giorno, insufficienti per la sopravvivenza". Un momento storico a cui Villani fa riferimento proprio per sottolineare quanto quello che succede sia importante anche per le generazioni future. "A ciascuno di noi le considerazioni sull'importanza sanitaria, etica, politica, di sapere che si puo' modulare lo stato di salute fisico e mentale e le implicazioni che questo determina non solo nell'attuale ma anche nel futuro", ha concluso il pediatra.
(Wel/ Dire)