Didattica a distanza, Sima: Amata alle superiori, meno dai piccoli
Ecco pro e contro in ricerca su 2.182 docenti, studenti e genitori
(DIRE-Notiziario settimanale Minori e Pediatria) Roma, 23 ott. - Molti pregi, ma un numero ampiamente superiore di difetti, nell'opinione di docenti, genitori e studenti. Sono quelli della didattica a distanza (Dad), oggi didattica digitale integrata, sperimentata durante lo scorso anno scolastico in occasione del lockdown legato alla pandemia di Covid-19. A rilevarli e' Carlo Alfaro, pediatra, con un'indagine condotta nel corso della sua attivita' di medico, su un campione di 2.182 persone, in particolare docenti, studenti e loro genitori, riferiti al primo ciclo di istruzione (scuola primaria e secondaria di I grado) e al secondo ciclo (scuola secondaria di II grado).
Complessivamente, constata il pediatra nelle conclusioni dello studio pubblicato sull'ultimo numero della rivista della Societa' italiana di medicina dell'adolescenza (Sima), emerge una differenza tra il primo e il secondo ciclo di istruzione. Se alla primaria e alla secondaria di I grado, infatti, prevalgono le criticita', l'esperienza della didattica a distanza si e' rivelata piu' positiva e soddisfacente per i ragazzi delle scuole "superiori". Nonostante questa differenza, tutti sono stati concordi nel desiderare che la scuola riprendesse in presenza e nell'auspicare che la didattica a distanza venga, in futuro, integrata con quella tradizionale. Un auspicio espresso dal 20% e dal 60% dei docenti (rispettivamente del I e del II ciclo), dal 5% e dal 33% dei genitori, dal 10% e dal 77% dei ragazzi.
Osservando piu' nel dettaglio i vantaggi della Dad nell'opinione degli intervistati, alle prime posizioni emergono l'apertura della scuola al digitale (docenti 50% e 94%, genitori 15% e 50%, studenti 35% e 65%), il proseguimento dei programmi scolastici e la preservazione degli apprendimenti (docenti 80% e 98%, genitori 65% e 94%, studenti (55% e 90%), l'organizzazione della giornata degli studenti (docenti 30% e 20%, genitori 60% e 45%, studenti 10% e 15%), l'educazione a trasformare i momenti difficili in opportunita' (docenti 40% e 25%, genitori 30% e 20%, studenti 8% e 15%).
Tra gli altri motivi per cui la didattica a distanza e' stata considerata un'esperienza positiva vengono poi elencati la possibilita' di acquisire nuove competenze e imparare a gestire situazioni inusuali (ad esempio le lezioni in video conferenza), la valorizzazione della scuola come istituzione, l'impegno degli insegnanti, la migliore utilizzazione del tempo, la possibilita' di recupero degli apprendimenti per gli studenti in difficolta', la migliore attenzione di docenti e studenti, il maggior coinvolgimento dei genitori nella vita scolastica dei figli, il rapporto piu' diretto tra studenti e docenti, una piu' forte collaborazione scuola-famiglia, la comprensione da parte dei giovani del valore della societa' reale, un'accresciuta responsabilizzazione e autonomia degli studenti e meno stress. I principali limiti dell'esperienza della didattica digitale a distanza sono legati, invece, agli aspetti tecnologici: problemi di connettivita' (docenti 45% e 30%, genitori 90% e 55%, studenti 70% e 38%), mancanza di dispositivi per la connessione (docenti 35% e 25%, genitori 45% e 40%, studenti 60% e 35%), inadeguatezza degli spazi domestici, eccessiva esposizione alla tecnologia e disturbi correlati (docenti 25% e 13%, genitori 70% e 80%, studenti 25% e 355).
Seguono poi episodi di cyberbullismo, mancanza di relazioni sociali dirette e reali, mancanza di regole, impreparazione tecnica, cattiva organizzazione, troppi compiti, inadeguatezza dei docenti sul piano didattico, eccessiva preoccupazione dei docenti di terminare i programmi, difficolta' nella relazione docenti-alunni, difficolta' a valutare gli studenti da parte dei docenti, mancanza di dialogo o conflitti tra docenti e genitori, competizione tra genitori, alterazione nei rapporti genitori-figli, traumi psicologici per i ragazzi, la richiesta di un impegno eccessivo ai genitori nel seguire le attivita' didattiche dei figli. Un dato interessante che emerge e' la constatazione dello scarso impegno e della poca onesta' degli studenti, rilevati dal 38% e dal 40% dei docenti, dal 30% e dal 25% dei genitori e anche dagli stessi ragazzi, rispettivamente il 16% nel I ciclo di istruzione e il 24% nel II ciclo.
Un quadro variegato del quale, sottolinea l'autore dell'indagine, sara' utile tenere conto nella strutturazione di una scuola moderna, "che possa veramente incontrare i bisogni e le esigenze delle nuove generazioni".
(Wel/ Dire)
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