L'8% con diagnosi certa. Ecco studio di 'Adoption Uk'
(DIRE-Notiziario settimanale Minori e Pediatria) Roma, 2 ott. - In Gran Bretagna su quasi 1 bambino adottato ogni 4 (17%) sono stati rilevati - diagnosticati o sospetti - disturbi legati al consumo di alcol in gravidanza. Questi i recenti dati emersi dal sondaggio su oltre 5.000 genitori adottivi, a cura di 'Adoption Uk', e riportato dal The Guardian. In aggiunta, piuttosto che un sospetto, l'8% dei bambini adottati ha ricevuto una diagnosi certa di FASD.
I disturbi dello spettro fetale alcolico (FASD) raggruppano una serie di condizioni neurologiche, tra cui rientra anche la piu' grave e conosciuta sindrome feto-alcolica. Tra le principali conseguenze vi sono: "Difficolta' nel controllo degli impulsi, difficolta' comportamentali e di apprendimento", scrive il The Guardian. Dati alla mano, cio' che colpisce e' che il 55% delle famiglie intervistate ha aspettato due anni o piu' per una diagnosi Fasd, e addirittura il 78%, poi, non riteneva che gli operatori sanitari avessero conoscenze di base su quel tipo di condizione.
Attualmente, benche' "non sia chiara l'incidenza complessiva della Fasd nel Regno Unito", scrive il quotidiano, "alcuni ricercatori suggeriscono sia compresa tra il 3-5%". Stime "a mio avviso basse", commenta la professoressa Luisa Zuccolo dell'Universita' di Bristol, se consideriamo il dato della "prevalenza di Fasd in Gran Bretagna". In ogni caso, aggiunge Zuccolo, "c'e' incertezza sulla portata effettiva di questo problema", ma cio' che e' sicuro e' che "rimane ben piu' ampia di quella di altri disturbi dello spettro, come l'autismo, che solitamente ricevono maggior attenzione e pubblicita'". Non a caso, la National Autistic Society riporta che la sindrome dello spettro autistico si affermi su un'incidenza pari all'1,1%. Il sondaggio arriva poi in un momento 'propizio', proprio in questi mesi, infatti, il National Institute for Health and Care Excellence (Nice), l'organismo dipartimentale che fa capo al ministero della Salute britannico, sta prendendo in considerazione "l'applicazione di linee guida che permettano di registrare i consumi di alcol" delle donne incinta nelle cartelle cliniche dei nascituri. Diverse le voci e gli enti che si sono detti critici del piano di Nice, soprattutto in tema di tutela della privacy e della protezione dei dati. I sostenitori, dal canto loro secondo il Guardian, puntano sui diritti dei bambini alla diagnosi.
A detta di Maria Catterick, direttrice del Fasd Network Uk, infatti, non dovrebbero sorprendere i dati del sondaggio visto e considerato "che i consumi di alcol, sostanze e gli abusi domestici sono le principali ragioni per cui i bambini vengono inseriti in sistemi di assistenza". In Scozia, linee guida del genere sono passate e "nessuno ha fatto storie- ribadisce Catterick- Anche qui in Inghilterra, ho centinaia di famiglia che non ricevono mai una diagnosi e il supporto di cui necessitano. Sull'incidenza consumo di alcol- ribadisce- non vi e' alcuna indicazione per iscritto". Cio' che si sa e' che bere piu' di 1-2 unita' di alcol al giorno e' stato collegato "a un peso inferiore alla nascita o a nascite premature" e che, secondo il National Institute for Health and Care Excellence, ad oggi "non c'e' alcun livello sicuro di consumo di alcol durante la gestazione".
(Wel/ Dire)