Pozzobon: Necessaria profonda e costante opera di educazione all'affettivita'
(DIRE-Notiziario settimanale Minori e Pediatria) Roma, 27 nov. - In occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne 2020, la Societa' italiana di medicina dell'adolescenza (Sima), sostiene con forza l'inaccettabilita' della violenza contro le donne di qualunque eta' e in qualsiasi ambito e contesto, e si propone con i suoi esperti alla popolazione e alle istituzioni, ai servizi socio-sanitari, socio-assistenziali e alle associazioni dedicate, quale punto di riferimento e supporto per promuovere educazione, sorveglianza, informazione, sostegno alle adolescenti vittimizzate.
"La dimensione della violenza di genere per le adolescenti in Italia- spiega Gabriella Pozzobon, pediatra presso il Centro di Endocrinologia dell'Infanzia e dell'Adolescenza, IRCCS Ospedale San Raffaele (Milano) e presidente Sima- si configura principalmente come quella vissuta nelle dinamiche di coppia.
L'adolescenza rappresenta il periodo fondamentale per l'esplorazione e la definizione della propria identita', anche nell'ambito della sessualita', grazie tra l'altro alla sperimentazione della funzione sessuale e ai primi rapporti di coppia, prima in senso fantasmatico, poi nella realta'. Di durata in genere minore delle relazioni vissute nell'eta' adulta, i rapporti adolescenziali sono caratterizzati da maggiori insicurezze ed emotivita', che favoriscono reazioni di conflittualita', aggressione o fuga". Per questo all'interno di tali relazioni puo' occorrere la "teen dating violence", letteralmente "violenza da appuntamento tra adolescenti". Ne chiarisce la natura Carlo Alfaro, pediatra presso gli Ospedali Riuniti Stabiesi (Napoli) e consigliere Sima: "Come nei rapporti adulti, la violenza di genere nelle coppie adolescenti puo' essere di natura episodica o, piu' spesso, reiterata, ed estrinsecarsi in forma fisica, sessuale (sia con atti fisici, sia virtuali, ad esempio costringere a scambio di materiale o conversazioni a sfondo sessuale o veicolare sul web contenuti sessuali della vittima), o psichica (che comprende minacce, molestie, umiliazioni, denigrazioni, insulti, manipolazioni, monitoraggio ossia il tentativo di limitare e controllare movimenti e contatti, ecc.).
Benche' spesso la violenza nelle coppie adolescenziali sia reciproca, sono le ragazze ad avere piu' difficolta' a riconoscerla e difendersene, in quanto una certa educazione e cultura le porta a interpretare comportamenti di possesso, controllo, dominazione, pressione come segni di interessamento e amore".
Pozzobon aggiunge: "Secondo la ricerca 'Don't slap me now' (Non prendermi a schiaffi adesso), cui hanno partecipato oltre 7.500 ragazze tra i 14 e i 20 anni nel 2019, e' emerso che 1 giovane su 10 ha paura delle reazioni del fidanzato, il 79% ha dichiarato di essersi, almeno una volta, limitata proprio per timore delle reazioni che avrebbe potuto avere il partner, quasi 2 su 10 ritengono che il proprio fidanzato sia eccessivamente geloso, circa 2 su 3 hanno subi'to scenate di gelosia, il 14% e' stata offesa pesantemente, nel 38% dei casi anche di fronte agli altri, la violenza fisica si e' verificata nel 4%. Nonostante cio', 1 ragazza su 3 dice di aver perdonato il partner perche' 'pentito', mentre il 75% non ne ha parlato con nessuno. La violenza si manifesta anche attraverso il controllo digitale: al 68% delle giovani intervistate e' capitato almeno una volta che il ragazzo pretendesse di leggere le sue conversazioni su WhatsApp, al 37% di dare l'accesso ai propri profili social, il 13% e' stata costretta a cancellare alcuni amici dai social network". Una violenza con conseguenze importanti, come precisa il dottor Alfaro: "La violenza, oltre a causare nei casi estremi la morte (omicidio o suicidio), puo' influire negativamente su salute fisica, mentale, sessuale e riproduttiva della donna, a breve e lungo termine, e ancor di piu' quando la vittima e' un'adolescente, per la maggiore vulnerabilita' biologica e psichica propria dell'eta', oltre a condizionare la salubrita' delle future relazioni adulte. Spesso peraltro le adolescenti incastrate in situazioni di violenza possono avere difficolta' a chiedere aiuto, bloccate da paura, vergogna, senso di colpa, confusione". La prevenzione? "Non puo' che partire da una capillare rivoluzione culturale che cancelli l'ancestrale disuguaglianza di genere- continua Pozzobon- intrisa di atavica misoginia, intervenendo non soltanto sul piano legislativo, giuridico e repressivo, ma anche su quello dell'educazione fin dalla tenera eta', in famiglia e a scuola, alla promozione di diritti, parita', rispetto, ai sentimenti e alla sana affettivita' e inclusione, nonche' alla eliminazione di stereotipi di genere, pregiudizi, luoghi comuni, norme obsolete e ruoli, che sono le principali cause del fenomeno. I bambini vanno cresciuti nella cultura che amore e' rispetto e liberta', mai possesso e prevaricazione. E' necessaria inoltre una profonda e costante opera di educazione all'affettivita' degli adolescenti che insegni loro a vivere i sentimenti con equilibrio e rispetto dell'altro, a sviluppare atteggiamenti critici verso la violenza, ad accrescere le competenze in materia di risoluzione pacifica dei conflitti e di individuazione dei limiti tollerabili e giusti di comportamenti nelle relazioni- conclude- a riconoscere e sostenere le loro pari se vittime di violenza".
(Wel/ Dire)