Fumo, Opbg: Curare bimbi previene gravi malattie respiratorie adulti
Cutrera: Pediatri ruolo sociale, possono aiutare anche genitori a smettere
(DIRE-Notiziario settimanale Minori e Pediatria) Roma, 13 nov. - "Il fumo fa male e in eta' adulta provoca una malattia molto grave come la broncopneumopatia cronico ostruttiva (Bpco).
Ciononostante in Italia si continua a fumare.
Abbiamo registrato delle diminuzioni importanti a partire dagli anni '90, pero' c'e' ancora un 15-16% di donne e un 28% di uomini che fumano. I pediatri sono coinvolti in questa problematica perche' nella prevenzione della Bpco bisogna senz'altro eliminare i fattori che possono produrre una cattiva funzionalita' respiratoria in eta' adulta, cioe' le malattie dell'eta' pediatrica". Lo sostiene Renato Cutrera, responsabile del dipartimento Malattie respiratorie e broncopneumologia dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesu' di Roma (Opbg), tra i relatori del congresso straordinario digitale "La pediatria italiana e la pandemia da Sars-Cov-2" promosso dalla Societa' italiana di pediatria (Sip) e in programma il 27 e 28 novembre.
Nella prevenzione della Bpco, "come prima cosa- continua Cutrera- occorre che i pediatri continuino a fare bene i clinici, lavorando per migliorare la salute della madre e del bambino, per trattare le infezioni respiratorie pediatriche e per curare meglio possibile l'asma del bambino che e' molto diffusa" spiega. C'e' poi un ruolo piu' 'sociale' che i pediatri possono assumere, attraverso il quale educare l'intero nucleo familiare e prevenire cosi' tanto il fumo passivo nei bambini, quanto quello attivo nei giovani ma anche negli adulti, nei genitori. Il pediatra, prosegue lo specialista, puo' "suggerire di migliorare l'ambiente esterno e quello interno, in questo caso il fumo passivo, invitando i genitori a non fumare in casa, in macchina, negli ambienti confinati. C'e' poi la prevenzione del fumo attivo, considerato che ci sono zone d'Italia dove si inizia a fumare da bambini o da adolescenti. Ma il pediatra- ribadisce lo pneumologo- puo' anche proporre ai genitori di smettere di fumare. Per fare questo- chiarisce Cutrera- ha bisogno di alcuni strumenti, per fornire i quali la Sip ha realizzato, in collaborazione con l'affiliata Societa' italiana per le malattie respiratorie infantili (Simri), dei corsi di counseling per insegnare ai pediatri come comunicare in questo senso con i genitori e come inviarli, attraverso dei meccanismi facilitati, ai centri di disassuefazione che sono presenti in ogni provincia e sono organizzati dagli pneumologi dell'adulto". Sulla sensibilizzazione riguardo ai danni provocati dal fumo e sulla prevenzione del tabagismo si concentra una manifestazione annuale, organizzata dalla Simri e intitolata 'Dai un calcio al fumo', che, spiega lo pneumologo del Bambino Gesu', diffonde materiale informativo, "propone incontri nelle scuole per fornire agli insegnanti strumenti per fare prevenzione del tabagismo e per spiegare i danni del fumo nel corso dell'anno scolastico. In piu' promuove un evento durante il quale vengono presentati i lavori dei ragazzi ed una manifestazione 'sportiva' che prevede la suddivisione in squadre che si sfidano a buttare giu' con una palla dei birilli a forma di sigaretta".
Riguardo alla prevenzione delle malattie respiratorie nei bambini in epoca di pandemia, Cutrera sottolinea che "vanno seguite le norme della vaccinazione influenzale". Per i piccoli "che soffrono di asma o altre malattie respiratorie che richiedono l'inalazione di farmaci", l'esperto ricorda inoltre che "le terapie vanno continuate anche in periodo di pandemia e anzi hanno un ruolo di prevenzione importantissimo in questo periodo. Forse- suggerisce- conviene utilizzare i distanziatori con gli spray pre dosati piuttosto che le macchinette per l'aerosol che producono particelle simili al droplet che, nel caso in cui chi lo sta facendo abbia il Covid e non lo sappia, potrebbero favorire la trasmissione del virus nell'ambiente" conclude.
(Wel/ Dire)
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