Lotta al virus passa per educazione a scuola e nuovo ssn
(DIRE-Notiziario settimanale Minori e Pediatria) Roma 6 nov. - "Come Societa' italiana di pediatria (Sip) professiamo da tempo la necessita' e l'importanza di insegnare nelle scuole, oltre che educazione civica, anche educazione sanitaria. L'Italia, pur essendo un Paese civile e che ha una grande tradizione e una grande cultura, e' al 27mo posto dei paesi Ocse per quanto riguarda la cultura sanitaria". Parte da qui Alberto Villani, presidente Sip, per ribadire un appello che aveva gia' lanciato a luglio dalle pagine di Pediatria, la rivista ufficiale della Societa': "L'istruzione e' prevenzione".
E adesso, in piena pandemia, il presidente Sip sottolinea come la necessita' di un'educazione sanitaria diventi ancora piu' evidente. "Laddove c'e' una cultura sanitaria radicata il messaggio arriva piu' direttamente e in maniera piu' chiara", dice Villani nel corso di Tg3 Linea Notte. "L'educazione sanitaria nelle scuole e' una cosa da farsi quanto prima", sottolinea il presidente Sip ai microfoni Rai.
L'attuale pandemia e' anche occasione per fare una riflessione a tutto tondo. "Il sistema sanitario nazionale e' stato concepito 50 anni fa e attuato piu' di 40 anni fa- sottolinea Villani- e in questa situazione d'emergenza ha mostrato tutta una serie di criticita'. Quello su cui bisogna riflettere- dice il presidente Sip- e' come concepire un sistema sanitario che sia in grado di affrontare situazioni come questa, con la professionalita' e la competenza che vengono richieste".
"Non scopriamo certo oggi che ci sono delle lacune o delle difficolta'- precisa il pediatra- se sono decenni che il sistema e' stato penalizzato, come lo sono stati anche la scuola e i trasporti. Non e' pretendibile in 5-6 mesi trovare delle soluzioni quando ci sono delle carenze che durano da anni". Il riferimento e' alla scarsita' di alcune figure professionali, come ad esempio gli anestesisti, problema noto da tempo. "Che il servizio sanitario nazionale sia stato scardinato, che i dipartimenti di prevenzione siano stati piano piano consumati nel tempo con mancanza di sostituzione del personale che andava in pensione, con una destrutturazione, e' un dato di cui si era a conoscenza. Il Coronavirus puo' essere l'occasione per fare una riflessione".
In riferimento alla possibilita' di eseguire i tamponi antigenici Covid anche presso i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, e alle conseguenti polemiche che questo ha portato, Villani spiega: "Il coinvolgimento della medicina territoriale e' fondamentale in un'epidemia, chiaramente esistono dei problemi ma per quello che so nell'accordo che e' stato fatto c'e' la possibilita' di fare i tamponi presso gli studi medici, laddove possibile, e dove invece questo non fosse possibile di farli presso strutture nelle quali i medici possono recarsi. Pero'- ci tiene a precisare Villani- questo e' un piccolo tassello. Il problema ora non e' dove fare o non fare i tamponi ma e' quello di strutturare un sistema sanitario nuovo che sia in grado di affrontare situazioni come quella che stiamo vivendo", conclude.
(Wel/ Dire)