Pediatria, il Lazio va in televideosorveglianza
Mazzone (Sispe): Usiamo skype da tempo, visite in studio diminuite
Roma, 20 mar. - Nel Lazio c'e' una nuova ordinanza, emessa dalla Regione in seguito al decreto legge del 17 marzo, relativa all'utilizzo per i pediatri di un dispositivo telematico di televideosorveglianza e di televideomonitoraggio di situazioni a rischio. "Molti di noi, senza aspettare questo strumento, peraltro piu' tarato sulla Medicina generale che sulla Pediatria, gia' utilizzano skype e videochiamate per consulti a distanza su situazioni non cosi' importanti e gravi da essere indirizzate ad altri sistemi, o che possano essere comunque gestite tranquillamente da casa". A dirlo e' Teresa Mazzone, pediatra di famiglia e presidente del Sindacato italiano specialisti pediatri (Sispe).
"L'ingegno non ci fa difetto, ci siamo attrezzati in altri modi cercando di supplire a questo momento. Ognuno fa la propria parte- assicura Mazzone- tutti gli studi pediatrici del territorio sono regolarmente aperti secondo i consueti orari. Noi ci siamo, rispondiamo al telefono e tanti colleghi hanno Skype, fanno videochiamate e portano avanti un lavoro di sostegno morale e psicologico per tranquillizzare le famiglie".
In questo momento di grande paura "stiamo assistendo ad una contrazione delle telefonate rispetto ai tempi normali in cui le famiglie chiamavano per qualunque motivo. Di fronte a uno stato di ansia e di preoccupazione cosi' importante- ripete la presidente Sispe- chi oggi chiama lo fa perche' ha veramente un problema. Un dato positivo che mi auguro costituisca un motivo di riflessione per tutti sull'utilizzo delle risorse del Sistema sanitario nazionale non in tempi di pandemia. Oggi, in condizioni normali, avrei fatto dieci bilanci di salute, una trentina di telefonate di situazioni non gravi, avrei visto innumerevoli bambini senza appuntamento con urgenze non differibili e spesso nemmeno urgenze. Invece oggi lavoro effettivamente sul problema". Quindi non c'e' "un grandissimo accesso diretto e libero dei bambini in studio. Le mamme sono ligie e seguono le varie normative- continua Mazzone- tutto viene concordato attraverso un triage di tipo telefonico. Ci sono pero' situazioni in cui non si puo' non vedere e visitare un bambino che ha una patologia non correlata direttamente ad un'infezione da Coronavirus. Siamo sempre medici e sempre pediatri, non possiamo non vedere- spiega la presidente Sispe- un lattantino o un neonatino dimesso da poco dal punto nascita per controllare se cresce e se l'allattamento e' avviato bene". Di sicuro resta alta l'attenzione su tutte le problematiche: "Stamattina ho chiamato le mamme dei bambini molto piccoli che non ho potuto vedere nel corso dei vari bilanci di salute, per sapere se crescevano. Ho chiesto ai genitori di pesarli e darmi indicazioni sui valori e, laddove e' possibile, del peso. È importante controllare la curva di crescita per essere sicuri che sia regolare. Inoltre, via Pediatotem- fa sapere Mazzone- inviamo alle famiglie tutti gli aggiornamenti sulle norme di comportamento e poi le rassicuriamo sulla benignita' dei casi pediatrici e sul fatto che nessun bambino e' ricoverato in rianimazione, ne' si e' verificato alcun decesso. È un messaggio tranquillizzante che li aiuta".
La presidente Sispe spiega ai genitori sempre cosa fare in caso di febbre e quando allarmarsi. "Se un bambino ha la febbre occorre comportarsi come sempre- ricorda la specialista- bisogna somministrare l'antipiretico con un dosaggio adeguato al peso del bambino e valutare le condizioni generali del piccolo. Se queste sono stabili e non ci sono sintomi di grande malessere generale, si puo' anche aspettare un pochino prima di somministrare l'antipiretico. In ogni caso le famiglie devono tenermi aggiornata e ricontattarmi- conclude- se c'e' qualcosa di diverso dal solito".
(Wel/ Dire)
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