C'e' anche 'Hearing the voices': sezione per pazienti, insegnanti e operatori
(DIRE-Notiziario settimanale Minori e Pediatria) Roma, 8 mag. - Si chiama 'Continuity in Education' (CiE) la rivista scientifica internazione nuova di zecca, che si rifa' all'esperienza delle "scuole in ospedale e dell'educazione domiciliare per i bambini malati", approfondendo il tema dei processi educativi e psicologici per quei bambini che sono affetti da patologie "sia di tipo fisico che mentale". A parlarne alla Dire e' Michele Capurso, docente di Psicologia dello sviluppo all'Universita' di Perugia, fondatore della rivista scientifica CiE, che proprio a inizio 2020 "ha pubblicato i primi contributi scientifici".
La rivista e' "peer-reviewed, segue quindi i normali criteri delle pubblicazioni scientifiche- spiega il ricercatore- e' open-access ed e' finanziata da quattro associazioni internazionali che permettono di sostenerne i costi: Heal (Usa), Hope (Ue), Help (Australia e Nuova Zelanda e Redlaceh, federazione di associazioni dell'America Latina".
È raggiungibile tramite il sito continuityineducation.org e ha "una call sempre aperta con diverse sezioni" a cui e' possibile inviare i propri contenuti. Non c'e' un tema specifico, ma sono tante e diversificate sezioni a cui e' possibile accedere. Tra queste, in particolare, "c'e' 'Hearing the Voices', la sezione che da' voce alle storie individuali di pazienti, ex pazienti, operatori di settore, storie di vita degli insegnanti o esperienze educative in ospedale- spiega Capurso- La sezione e' aperta a tutti i contributi e le testimonianze dirette, e il primo articolo, ad esempio, e' la storia di vita di una ragazza ex malata oncologica, che ha convissuto vent'anni con malattie oncologiche e adesso, una volta guarita, sta studiando per diventare infermiera pediatrica". Ma non finisce qui l'offerta della nuova piattaforma di approfondimento scientifico CiE.
Un'altra sezione importante "per gli educatori e la scuola" e' infatti quella relativa alle "buone pratiche e gli interventi educativi", che raggruppa "tutto cio' che si riesce a fare per sostenere la continuita' educativa di alunni e studenti malati". Un contenitore abbastanza ampio per "raccogliere contributi in questo settore peculiare", che affonda le radici nell'esperienza "delle scuole in ospedale ma si estende anche a situazioni come la crisi che stiamo vivendo attualmente", spiega lo studioso. Per cui non e' solo la malattia di un giovane studente "che interrompe i processi evolutivi-educativi, ma anche altre situazioni di crisi: disastri naturali, epidemie, guerre, migrazioni forzate", enumera Capurso.
Dalla medicina all'educazione, dalla pediatria alla scuola, il filo conduttore e' sempre quello della "continuita' educativa, che permette di riavvolgere le fila dei processi evolutivi dopo crisi di diverso tipo- conclude il ricercatore- lavorando su resilienza, copying e, appunto, continuita'".
(Red/ Dire)