E lancia allerta scuola: Non medicalizzare studenti a settembre
(DIRE-Notiziario settimanale Minori e Pediatria) Roma, 26 giu. - "Nel periodo di stretto lockdown abbiamo mantenuto le terapie con piu' di 1.200 bambini e non con una telefonata, ma con interventi riabilitativi in parte pubblicati anche in rete attraverso dei tutorial. Come ha ricordato il direttore generale della nostra Asl, siamo stati una nave che mentre doveva arrivare alla meta ha visto scatenarsi una tempesta che l'ha condotta in un nuovo punto: in mare aperto. Non torneremo mai dove eravamo prima, ma dobbiamo mantenere ugualmente l'obiettivo: la meta". Parte da qui Bruno Spinetoli, direttore della Uoc di Tutela della salute mentale e riabilitazione dell'eta' evolutiva (Tsmree) dell'Asl Roma 1, sentito dall'agenzia Dire in merito alla recente gestione dei piccoli pazienti romani durante la pandemia da Coronavirus.
LA GESTIONE DELL'EMERGENZA - Tre i focus di particolare attenzione della Uoc durante il lockdown: "In primis l'autismo, l'Adhd e l'adolescenza, poi tutta la rete delle disabilita' e dei disturbi psicopatologici piu' importanti. È chiaro- illustra il neuropsichiatra- che rimanere chiusi in casa con un minore con un disturbo tanto importante non e' semplice". Ed e' proprio con lo scatenersi della pandemia che, a detta dell'esperto, e' emersa tutta la rilevanza "del clinico del territorio. Le persone devono poter avere a disposizione un territorio che funzioni, per questo tutti i servizi di salute mentale sono rimasti aperti- puntualizza il medico- non abbiamo mai chiuso ne' come Dipartimento ne' come Tsmree, non si sono fermati neanche gli interventi in presenza".
Il lavoro messo in atto nell'immediato ha previsto "la riconversione e la rimodulazione delle presenze in servizio, della tipologia di interventi, i dispositivi di protezione individuali da utilizzare per le visite domiciliari e la riorganizzazione dello spazio diurno per gli adolescenti". Due le grandi tipologie di utenza che la Uoc Tsmree solitamente accoglie: "I minori sotto i 6 anni, che sono stati i piu' difficili da gestire in presenza perche' non sono in grado di mantenere autonomamente i percorsi di sicurezza" e, dall'altro lato, "gli over6 che abbiamo fatto venire direttamente al servizio". Anche se, puntualizza Spinetoli, "devo dire che la presenza" dei bambini piu' grandi "ha riguardato a maggioranza gli adolescenti che erano piu' contenti di muoversi in ogni caso, anche quando le famiglie inizialmente non volevano uscire di casa".
LE EVIDENZE EMERSE: BAMBINI E FAMIGLIE - In questa fase, dunque, nella Asl Roma 1 si e' potuta osservare "un'aumentata consapevolezza identitaria dei singoli ragazzi e delle famiglie. Anche nelle situazioni piu' impegnative- sottolinea- e' aumentato il rapporto di fiducia. Purtroppo sono state tante anche le notifiche di violenze intrafamiliari e di abusi, piu' cogenti in questo periodo all'interno dei nuclei". Rimane il fatto, pero', "che sono venuti fuori- evidenzia il direttore- a dimostrazione che c'era gia' un solido rapporto di fiducia con gli operatori territoriali".
Tra le altre esigenze sostanziatesi in lockdown, poi, "c'e' stata anche la necessita' di aumentare la resilienza complessiva del gruppo familiare, che costituisce- riflette il medico- un tassello fondamentale nella gestione dei disturbi di cui ci occupiamo". Al di la' dell'intervento riabilitativo con il bambino, "su cui la mamma e il papa' ci seguivano", e' sembrato necessario "lasciare uno spazio online a uso esclusivo dei genitori- continua- C'era bisogno di sentire i genitori in modo separato, e gli assistenti sociali si sono attivati moltissimo da questo punto di vista".
LA PREOCCUPAZIONE 'SCUOLA' - Infine, l'ultimo elemento su cui l'intero dipartimento di Salute Mentale si e' focalizzato ha riguardato la scuola. "Abbiamo condotto delle azioni anche sui disturbi meno impegnativi come quelli dell'apprendimento, su cui- aggiunge Spinetoli- abbiamo condiviso un documento con la Direzione generale e quella di Dipartimento". Il direttore della Uoc Tsmree rivela poi una grande preoccupazione: "La chiusura della scuola non si traduca a settembre in una medicalizzazione della mancata scolarizzazione. A settembre gli studenti non dovranno essere tutti 'additati' come dislettici o con Adhd- statuisce- sono solo bambini che non sono andati a scuola".
Cosi' l'Asl Roma 1 ha ideato un percorso attraverso "la messa a disposizione di piattaforme di riabilitazione da remoto. Per i Dsa (Disturbi specifici dell'apprendimento)- aggiunge- metteremo degli spazi di consulenza a scuola. In ogni distretto, infine, ci sara' una finestra online dedicata al supporto, proprio per evitare" di fronteggiare il problema delle "certificazioni tout-court che- conclude- sarebbero difficili da mantenere rispetto alla numerosita' che potrebbe essere richiesta".
(Wel/ Dire)