De Luca e Cupertino: Sono pronti a farsi carico di responsabilita'
(DIRE-Notiziario settimanale Minori e Pediatria) Roma, 26 giu. - "Sono balzate alla cronaca le partecipatissime movide che hanno preceduto di qualche giorno il 9 marzo, giorno del fatidico lockdown. Quando l'attivita' didattica era gia' sospesa i ragazzi si incontravano, da Milano a Palermo, nei luoghi di aggregazione per un happy hour o semplicemente per stare in compagnia.
Irresponsabili? Forse in quel periodo erano pochi ad aver recepito la reale gravita' della situazione. D'un tratto, gli adolescenti si sono ritrovati a spendere molto tempo in famiglia, a stretto contatto con i fratelli e con i genitori, a condividere l'esperienza della pandemia. Non sono mancate iniziative meritevoli: crowd-founding per l'acquisto di dispositivi di protezione per i sanitari, consegne della spesa agli anziani.
Allo stesso tempo e soprattutto in alcune zone, molti di loro hanno affrontato gravi lutti in famiglia, lontano dai 'vecchi' luoghi di aggregazione e dal supporto dei pari". A riflettere sulla rivista 'Pediatria' della Societa' italiana di pediatria (Sip) su 'Come la pandemia ha ribaltato i vecchi cliche' sugli adolescenti' sono Giampaolo De Luca e Vita Cupertino, rispettivamente segretario e componente del Gruppo di studio 'Adolescenza' della Sip.
Sono 6.385.357 gli adolescenti tra gli 11 e i 21 anni (Istat 2019). Sono un decimo della popolazione italiana. "Una quota notevole che ha molti contatti- proseguono i pediatri- si muove molto e pertanto rappresenta un importante 'reservoir', veicolo di diffusione del contagio. Il loro distanziamento fisico e' risultato indispensabile, quello sociale e' stato una conseguenza. E sono anche ragazzi che stanno vivendo i 10 anni piu' densi di cambiamenti psicofisici. Mentre osserviamo le sorprendenti reazioni di queste giovani generazioni, appaiono ancora piu' stridenti i dati recenti della sorveglianza Health Behaviour in Schoolaged Children (HBSC) condotta dall'Istituto Superiore di Sanita'". Sono passati pochi mesi (1 ottobre 2019) dalla presentazione dei risultati, continuano De Luca e Cupertino, "una fotografia dello stato di salute dei ragazzi di 11, 13 e 15 anni. Permane costante l'abitudine al fumo di sigaretta (12,2% per le ragazzine rispetto al 10% dei ragazzi). Aumenta costantemente l'uso delle sigarette elettroniche, anch'esse nocive per la salute (si veda la pneumopatia da 'svapo'). A 15 anni il 16,2% dei ragazzi e l'11,4% delle ragazze fanno uso di cannabis. Si osserva un costante consumo di bevande alcoliche in oltre la meta' degli adolescenti (9,7% degli undicenni, 23,3% dei tredicenni, 53,5% dei quindicenni con percentuali leggermente inferiori nelle ragazze) e si e' osservato che il 43,4% dei quindicenni e il 37,1% delle ragazze della stessa eta' hanno sperimentato il binge drinking, cioe' l'assunzione di 5 e piu' bicchieri di bevande alcoliche in un'unica occasione - abitudine che comincia a manifestarsi anche piu' precocemente".
È sempre piu' frequente la ludopatia tra ragazzi, continuano gli studiosi: "È il fenomeno piu' evidente nelle regioni piu' povere. In 14 regioni, piu' del 10% dei ragazzi fanno un uso problematico del gioco d'azzardo, in ben 2 regioni, Campania e Calabria, rispettivamente il 21% e il 20% dei quindicenni.
Importantissimo il ruolo del contesto: la famiglia, la scuola, il gruppo dei pari, fonte primaria di supporto sociale". Bullismo e cyberbullismo presentano percentuali piu' alte nella prima adolescenza (sono coinvolti circa 2 undicenni su 10) e diventano "terreno fertile per l'insorgere del disturbo d'ansia. D'altra parte- fanno sapere De Luca e Cupertino- il 50% dei disturbi psichiatrici insorge a 14 anni (WhO) e il suicidio e' la seconda causa di morte in eta' adolescenziale (15 ed i 19 anni), dopo gli incidenti stradali.
Questi gli aspetti che vengono messi in evidenza sugli adolescenti. Ma gli adolescenti sono anche altro- affermano i due pediatri- sensibili al sentimento di solidarieta', a sostenere i piu' deboli. Virtu' civile che va sollecitata, compreso il senso di protezione verso i nonni. La nuova realta' sociale impostata dalla pandemia ha saputo disvelare questa immagine meno appariscente degli adolescenti: pronti a farsi carico di responsabilita' in ambito familiare, scolastico e sociale. I tempi del Coronavirus ci suggeriscono che e' arrivato il momento per i giovani di essere coinvolti e responsabilizzati. Le azioni devono iniziare ora- concludono- se non vogliamo interrompere questo importante processo di crescita: fare tesoro dell'esperienza".
(Wel/ Dire)