Era nato con una gravissima cardiopatia congenita, ora sta bene
Roma, 21 feb. - Due ospedali pubblici dell'Emilia-Romagna, quello di Piacenza e il Sant'Orsola di Bologna, insieme hanno salvato la vita di un neonato. Un risultato frutto di una combinazione di fattori: la bravura delle equipe medico-sanitarie, la tempestivita' della diagnosi e degli interventi chirurgici, la capacita' di fare rete della sanita' pubblica regionale. E cosi' non ha prevalso una gravissima cardiopatia che avrebbe potuto portare in poco tempo alla morte un bambino di 3,7 chilogrammi nato spontaneamente qualche settimana fa all'ospedale di Piacenza, dopo una gravidanza regolare. Il piccolo 'Luca' (nome di fantasia) rischiava la vita poche ore dopo essere nato, se non gli fosse stata fatta una diagnosi in soli 30 minuti dal parto; se non fosse stato subito messo in terapia medica; se l'ospedale piacentino non si fosse attivato per organizzare un trasporto d'urgenza al Policlinico di Sant'Orsola, riferimento regionale e nazionale per la cardiochirurgia pediatrica. Qui il piccolo e' stato sottoposto, lo stesso giorno della sua nascita, a un primo intervento e, pochi giorni dopo, ad una seconda, risolutiva operazione. Ebbene, c'e' un lieto fine: a qualche settimana di vita il bambino e' tornato a casa e le sue condizioni sono buone.
"Quello che e' successo rappresenta un vanto, un motivo d'orgoglio per la sanita' pubblica dell'Emilia-Romagna- commenta il presidente Stefano Bonaccini- e' stata salvata una vita, la vita di un neonato, grazie alle straordinarie capacita' di professionisti che hanno svolto al meglio il proprio lavoro. E grazie al sapere 'fare sistema', fiore all'occhiello della sanita' regionale. Ringrazio tutti loro, posso ben dire a nome dell'intera comunita' emiliano-romagnola, per quello che hanno fatto, e mando un affettuoso saluto a mamma e papa' del piccolo".
Ma ecco la storia di 'Luca'. Al momento del parto, nulla lasciava presagire quanto stava per accadere: tutto sembrava normale, il bimbo ha pianto ed e' stato consegnato alla mamma per il precoce contatto pelle a pelle. Ma dopo pochi minuti, l'ostetrica ha notato il colorito non proprio roseo del bambino. Di qui e' scattata la prima allerta: 'Luca' e' stato subito affidato alle infermiere pediatriche e trasferito in Patologia neonatale, per i primi accertamenti. Il personale medico e infermieristico ha immediatamente escluso che la cianosi (colorito bluastro) dipendesse da un problema polmonare e quindi l'indagine si e' focalizzata sul cuore. Un'ecocardiografia doppler, eseguita in urgenza dai cardiologi pediatri del reparto di Pediatria e Neonatologia, ha permesso di avere una diagnosi tempestiva (in appena 30 minuti) e molto seria: Luca presentava una trasposizione delle grandi arterie.
"Si tratta di una rara e grave cardiopatia congenita- spiega Giacomo Biasucci, direttore del dipartimento Materno infantile dell'Ausl di Piacenza- che colpisce due-tre su 10.000 nati vivi. Nei neonati con questa cardiopatia le due grosse arterie che portano il sangue fuori dal cuore sono invertite; l'aorta invece di nascere dal ventricolo sinistro nasce dal ventricolo destro, viceversa l'arteria polmonare nasce dal ventricolo sinistro. La circolazione del sangue in questi casi e' in parallelo, pertanto il sangue ossigenato circola solo nei polmoni, mentre nel resto del corpo circola solo sangue poco ossigenato. Se non fossimo intervenuti in brevissimo tempo, il piccolo poteva morire".
Grazie all'esperienza dell'equipe di cardiologi pediatri e infermieri della Patologia neonatale, sotto la guida del dottor Biasucci, Luca e' stato messo subito in terapia medica: sono state effettuate le misure necessarie per stabilizzare la situazione, per far arrivare piu' sangue ossigenato agli organi essenziali come cervello, reni e cuore.
Nel frattempo, l'ospedale si e' attivato per organizzare un trasporto d'urgenza al policlinico di Sant'Orsola di Bologna, riferimento regionale per la cardiochirurgia pediatrica. Le avverse condizioni metereologiche non hanno consentito l'intervento dell'elisoccorso: 'Luca' e' stato quindi trasportato in ambulanza, accompagnato da una squadra composta da cardiologo pediatra, anestesista e infermiera. Aver fatto la diagnosi subito dopo la nascita e aver stabilizzato il neonato ha reso possibile il trasferimento in buone condizioni.
"A Bologna, a poche ore dalla sua nascita- spiega Gaetano Gargiulo, direttore della Chirurgia pediatrica e dell'eta' evolutiva del Policlinico di Sant'Orsola- 'Luca' e' stato sottoposto a un primo intervento (settostomia di Rashkind) e, nei giorni successivi, a una seconda e piu' complessa operazione definitiva per riposizionare le grandi arterie (aorta e polmonare). La patologia del piccolo, se non trattata tempestivamente, lo avrebbe portato alla morte, invece ora 'Luca' puo' a buon diritto aspirare ad una vita normale senza particolari contrindicazioni. In Italia- ricorda Gargiulo- sono circa 4.500 i bambini che ogni anno presentano alla nascita una cardiopatia congenita, il 30% dei quali deve essere sottoposto ad un intervento immediato. All'alba del 2020, grazie alla tempestivita' della diagnosi e al miglioramento della terapia chirurgica, piu' del 90% di questi bambini raggiunge l'eta' adulta e la sopravvivenza puo' superare il 98%".
(Wel/ Dire)