Agostiniani (vicepresidente): Sistema welfare non reggera' piu'
Roma, 21 feb. - "Una coppia su sei che ha figli dice che non li rifarebbe perche' le difficolta' sono reali e oggettive nell'organizzare una vita familiare dal punto di vista economico, dei servizi e della compatibilita' con gli impegni di lavoro e la gestione dei figli. Altra cosa e', invece, la non percezione di come la denatalita' rappresenti un'emergenza, ma questo deriva dal fatto non e' mai stata spiegata in maniera chiara". Commenta cosi' Rino Agostiniani, vicepresidente della Societa' italiana di pediatria (Sip), il recente sondaggio Swg, secondo cui il 15% di quanti hanno figli non li rifarebbe. Una percentuale che sale a piu' di 1 persona su 4 nella fascia di eta' 25-44 anni. Inoltre, sempre il sondaggio Swg fa sapere che la maggioranza degli italiani (e il 76% dei 25-44enni) non pensa che la crisi demografica rappresenti oggi una emergenza.
Non si fa quindi attendere la replica del vicepresidente della Sip, per dimostrare quanto invece il cosi' basso indice di fertilita' rappresenti oggi un pericolo concreto per l'Italia.
"La denatalita' non vuol dire solo aver meno bambini ora- chiarisce il neonatologo- ma che in una prospettiva nemmeno tanto lontana avere un numero sempre piu' piccolo di adulti in eta' produttiva e un numero sempre piu' alto di anziani portera' il sistema di welfare a non reggere piu' nel momento in cui coloro che dovranno produrre saranno sempre meno". Gli ultimi dati sulle nascite confermano questa tendenza: "Attualmente abbiamo 67 nati ogni 100 morti. È evidente- continua Agostiniani- che un dato di questo tipo indica la progressiva scomparsa di una civilta', di un Paese".
- La denatalita' incide anche sui modelli organizzativi.
"Indubbiamente la riduzione complessiva del numero dei bambini non puo' non intersecarsi con la nostra organizzazione ed assistenza pediatrica. Va aggiunto pero'- rimarca il direttore dell'Area di Pediatria e Neonatologia dell'Azienda Usl Toscana Centro- che un altro aspetto fondamentale da questo punto di vista e' il cambiamento dell'epidemiologica pediatrica. In ambito pediatrico ci troviamo a dover assistere a sempre piu' situazioni di cronicita', che nel passato erano riservate solo alle ultime eta' della vita. Oggi, gia' in eta' pediatrica, esistono tante situazioni di bambini con patologie croniche che richiedono delle assistenze molto complesse- conclude Agostiniani- che dobbiamo riuscire a fornire a livello territoriale. Questo rappresenta una delle grandi sfide del futuro della Pediatria".
(Wel/ Dire)