Anche sport causa anafilassi, jogging piu' quotato
Tra fattori scatenanti meteo, ciclo, fans e cibo pre-sforzo. Ecco studi
Roma, 14 feb. - Cambiare stile di vita, mangiare sano e fare sport. Ogni anno a gennaio il proposito e' sempre lo stesso, ma anche nel 2020 e' possibile trovare valide scusanti: all'attivita' fisica, infatti, si puo' essere allergici. Si tratta dell'anafilassi indotta da sforzo o esercizio fisico (Ads) e si puo' verificare con l'aerobica intensa, il tennis o la danza, ma anche pedalando o semplicemente camminando. Queste le evidenze rilevate dallo studio 'Exercise-Induced Anaphylaxis: an update on diagnosis and treatment', pubblicato nel 'Current allergy and asthma reports' (2011). Da una ulteriore ricerca ('Anafilassi da sforzo', pubblicato nel 2008 sul peer reviewed journal 'Recenti progressi in medicina') risulta, poi, come la prevalenza dei casi di Ads si verifichino nel praticare jogging.
I primi segnali rilevabili compaiono in genere "dopo 20 minuti dall'inizio dell'esercizio fisico e si protraggono per 3-4 ore, fino ad un massimo di 48-72 ore", osservano i ricercatori. I sintomi riguardano pruriti, orticaria, angioedema (edema profondo del derma e sottocutaneo, ndr), affaticamento, difficolta' respiratoria, oppressione toracica. E ancora: marcata astenia, cefalea, senso di calore diffuso e perdita della coscienza, nausea, diarrea o colica; oltre che il piu' comune senso di soffocamento e la costrizione o compromissione delle vie aeree.
Quando si parla di anafilassi si intende "una reazione allergica sistemica grave, in cui il sistema risponde a sostanze altrimenti innocue e puo' provocare anche la morte- chiarisce la 'Public Declaration' dell'Accademia europea di allergologia e immunologia clinica (Eaaci)- La reazione puo' cominciare pochi minuti dopo l'esposizione e progredire rapidamente fino alla costrizione delle vie respiratorie, con sintomi cutanei, intestinali e alterazioni del ritmo cardiaco". Nei casi piu' gravi, poi, "puo' portare a una totale ostruzione delle vie respiratorie, allo shock e alla morte", scrive l'Eaaci.
Nel caso dell'Ads "i sintomi non compaiono tutte le volte che si pratica attivita' fisica, bensi' in concomitanza di una serie di fattori scatenanti", tra i quali 'Recenti progressi in medicina' indica "ingestione di alimenti prima dello sforzo, condizioni metereologiche, assunzione di farmaci quali aspirina o altri Fans, penicilline e cefalosporine". Inoltre, e' sottolineata anche l'influenza del "ciclo mestruale. Sembra, infatti, che l'AdS sia piu' frequente durante la fase premestruale, tanto che nelle pazienti affette da tale patologia si raccomanda di limitare l'attivita' sportiva durante tale fase del ciclo". In eta' pediatrica "e' raro che si manifesti" questa forma specifica di anafilassi, "ma e' da tenere in considerazione quando" un bambino sperimenta "un episodio anafilattico in corso di attivita' sportiva".
La piu' generica forma di anafilassi, invece, interessa soprattutto le fasce piu' giovani (0-14), per le quali "sono aumentate di 7 volte negli ultimi 10 anni i ricoveri ospedalieri" relativi alle reazioni allergiche gravi. Con un chiaro aumento anche in termini di "reazioni allergiche letali". L'European Anaphulaxis Registry riporta come tra "luglio 2007 e marzo 2015 l'anafilassi sia stata identificata in 1.970 pazienti" minori di 18 anni. Sempre secondo il registro, il 46% degli incidenti si sono verificati in casa, il 19% all'aperto e i prodotti alimentari "sono stati l'innesco piu' frequente (66%)".
Nei bambini tra 0 e 14 anni, poi, "la prima causa di anafilassi in Europa e' l'allergia alimentare- scrive l'Eaaci- ma non e' considerata comune. A causa della scarsita' di informazione, difatti, la sua rilevanza puo' essere sottovalutata". È una patologia "che si risolve in un regime di urgenza ed emergenza- commenta Stefano Romero, presidente della Societa' italiana di medicina emergenza urgenza pediatrica (Simeup) Lazio- Solitamente si interviene nei pronto soccorsi, dove i medici che sono addestrati intervengono in prima istanza, cosi' come i rianimatori e i pediatri formati" in materia. I bambini soggetti a questo tipo di crisi "possono avere l'adrenalina da somministrarsi autonomamente- aggiunge Romero- oppure, se troppo piccoli, con l'aiuto di un genitore che interviene per loro".
Per questo motivo l'Eaaci torna sul tema della formazione e nella 'Public Declaration' gia' citata afferma che "al giorno d'oggi non esiste formazione obbligatoria in allergia rivolta agli studenti di Medicina. I medici di famiglia, dunque, possono non essere in grado di riconoscere i sintomi". E ancora l'Eaaci rileva come e' necessario "incoraggiare la prescrizione dell'adrenalina autoiniettabile a pazienti con rischio di anafilassi", pratica non ancora ampiamente diffusa. Dall'Europa arriva un monito: "Potrebbe essere vantaggioso- conclude l'Eaaci- adottare un approccio unificato, che esiga che in tutti i luoghi pubblici dell'Unione europea siano resi disponibili gli autoiniettatori di adrenalina".
(Wel/ Dire)
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