Biasci: In eta' pediatrica asma bronchiale piu' comune malattia cronica
Roma, 14 feb. - Avere l'asma e fare sport? Si puo' fare. Parola dei pediatri di famiglia, ogni giorno impegnati a riconoscere tempestivamente la malattia, a gestirla, in collaborazione con i centri di riferimento quando e' grave, e a rendere tutto questo compatibile con la crescita di un bambino, che vuol dire anche sana attivita' sportiva. L'adesione alla campagna 'Ho l'asma e faccio sport' va proprio in questa direzione. "In eta' pediatrica l'asma bronchiale e' la piu' comune malattia cronica", ricorda il presidente della Federazione italiana medici pediatri, Paolo Biasci, in occasione del convegno organizzato al ministero della Salute per la XXVII Giornata Mondiale del Malato.
"Arrivano a due/tre per classe i piccoli affetti da quella che e' una patologia respiratoria in costante crescita, vuoi per reazioni allergiche a pollini, polveri, acari, muffe, epiteli di animali, vuoi per fattori infettivi, chimici, ambientali o reazioni da sforzo. Fare sport per questi bambini e adolescenti non solo e' possibile- aggiunge il presidente- ma e' necessario al loro benessere psico-fisico. Noi pediatri di famiglia facciamo la nostra parte, ma dobbiamo essere messi nelle condizioni di intercettare la malattia prima possibile, con strumenti diagnostici essenziali come lo spirometro e le prove allergiche cutanee (skin prick test)".
Antonio D'Avino, vicepresidente Fimp, si spinge a dire che "l'attivita' fisica per un bambino asmatico e' un diritto anche se in alcuni casi rischia di essere un obiettivo non raggiunto. Come pediatri di famiglia siamo i primi a dovercene responsabilmente occupare. Ma non tutti disponiamo della stessa tecnologia e di medesimi percorsi: sull'asma in eta' pediatrica i PDTA (Percorsi Diagnostico-Terapeutici Assistenziali) sono a macchia di leopardo sul territorio nazionale. Un percorso clinico omogeneo ci aiuterebbe invece nella gestione ottimale dei casi di asma non grave e nell'attivazione di una collaborazione strutturata e condivisa con i livelli superiori, nei casi piu' severi".
Ma come rendere compatibili asma e sport e quali sono le discipline piu' indicate per chi soffre di questa malattia? Per Mattia Doria, segretario nazionale alle attivita' scientifiche ed etiche della Fimp, "il paziente asmatico che pratica attivita' fisica deve compiere un'adeguata preparazione e puo' aver bisogno di una terapia di fondo e/o di una premedicazione. Tra gli sport piu' adatti senz'altro il nuoto. Vanno bene comunque tutti quelli in cui l'impegno e' graduale nel tempo e crescente nell'intensita', come le arti marziali, il basket e la pallavolo. Ma dobbiamo garantire a tutti i bambini asmatici anche di poter giocare a pallone. Possiamo addirittura affermare che lo sport diventa quasi la 'cartina al tornasole' di una buona gestione dell'asma: se l'asma e' ben trattata il bambino e' in grado di praticare qualsiasi tipo di sport". Biasci lancia infine un appello: "Non dobbiamo privare bambini e ragazzi asmatici di un'opportunita' di crescita fisica, psicologica, umana e sociale straordinaria come lo sport, considerando le positive ricadute in termini di salute e benessere. E non possiamo non pensare all'attivita' fisica come prevenzione di numerose patologie, anche tra gli asmatici. Nella XXVII Giornata Mondiale del Malato chiediamo di potenziare le cure primarie e riqualificare gli studi medici dei pediatri di famiglia. Sarebbe un'azione lungimirante per un futuro sano dei nostri ragazzi, ma anche per la sostenibilita' dell'intero Servizio Sanitario Nazionale".
(Wel/ Dire)