Covid, Sip: C'e' legame con Mis-C, presente in 75% pazienti positivi
Studio su 200 pediatri e 149 bimbi. "Sono forme di Kawasaki piu' aggressive"
(DIRE-Notiziario settimanale Minori e Pediatria) Roma, 4 dic. - "Esiste una correlazione tra Sars-Cov-2 e sindrome multi-infiammatoria sistemica, la cosiddetta MIS-C". A metterlo in evidenza e' un lavoro multicentrico italiano promosso dalla Societa' italiana di pediatria (Sip) e presentato al congresso straordinario del 27 e 28 novembre dal Gruppo di studio Reumatologia della Sip. Il lavoro ha coinvolto circa 200 pediatri in tutta Italia con l'obiettivo di raccogliere tutti i casi di malattia di Kawasaki e quelli di malattia multi-Infiammatoria sistemica registrati sul territorio nazionale durante la prima ondata epidemica, ossia dal 1 febbraio al 31 maggio 2020.
"In quel periodo avevamo avuto diverse segnalazioni di bambini affetti da una sindrome infiammatoria acuta e severa che presentava sia alcune caratteristiche cliniche tipiche della malattia di Kawasaki (la febbre, la congiuntivite, gli indici di flogosi elevati), che alcune peculiarita' quali l'interessamento gastro-intestinale e il coinvolgimento cardiaco. Quest'ultimo, pero', si caratterizzava per la comparsa di una miocardite piuttosto che per il classico coinvolgimento coronarico della malattia di Kawasaki", precisa Andrea Taddio, consigliere del Gds Reumatologia e professore associato di Pediatria all'universita' di Trieste, tra gli autori dello studio insieme a Marco Cattalini (Universita' degli Studi di Brescia), e Angelo Ravelli, direttore della Clinica Pediatrica e Reumatologia dell'Istituto G. Gaslini di Genova e Segretario del Gruppo di Studio di Reumatologia della Sip.
Lo studio, che sara' pubblicato su una rivista internazionale di reumatologia, ha raccolto i dati di 149 pazienti, di cui 53 affetti da sindrome multi-infiammatoria sistemica e 93 affetti da malattia di Kawasaki. "Dalle nostre elaborazioni sono emersi tre elementi che ci permettono di dire che c'e' una correlazione tra sindrome multi-infiammatoria sistemica e Sars-Cov-2- precisa Taddio- innanzitutto la percentuale di pazienti positiva al virus era nettamente piu' alta nella popolazione con sindrome multi-infiammatoria (75%) rispetto alla popolazione affetta da malattia di Kawasaki (20%)". Inoltre, queste forme multi-infiammatorie sistemiche "si sono accumulate temporalmente circa un mese dopo il picco dell'epidemia infettiva, a conferma che quello che abbiamo visto e' stata una iper risposta infiammatoria a un trigger virale. Infine- sottolinea il reumatologo pediatrico- i pazienti osservati si sono concentrati prevalentemente nel Nord Italia, soprattutto in Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna, le regioni dove ci sono stati piu' casi di Covid-19".
Nello specifico e' emerso che la popolazione affetta da sindrome multi-infiammatoria sistemica, rispetto a quella affetta da malattia di Kawasaki, presenta cinque tratti caratteristici: "Un'eta' media piu' alta (intorno ai 7 anni); una maggior probabilita' di aver bisogno della terapia intensiva pediatrica; una maggiore necessita' di aver bisogno di un sostegno ventilatorio; una maggior probabilita' di manifestare sintomi atipici per la Kawasaki quali quelli gastro-intestinali e polmonari; una maggior probabilita' di avere miocardite o insufficienza cardiaca", spiega ancora Taddio.
Per quanto riguarda gli esami di laboratorio "la sindrome multi-infiammatoria sistemica- dice ancora il reumatologo- si caratterizzava per degli indici di flogosi piu' elevati(PCR), una linfopenia, una piastrinopenia, una ferritinemia piu' elevata ed un aumento degli enzimi cardiaci (troponina, BNP)". Da sottolineare che nella casistica italiana non si sono registrati decessi "ma una piccola percentuale di pazienti aveva esiti cardiologici a distanza, anche se non clinicamente rilevanti- spiega Taddio- La maggior parte dei pazienti affetti da sindrome multi-infiammatoria e' stata trattata con IVIG e steroide, ma alcuni di questi hanno necessitato di un trattamento con inibitore di IL-1 da subito per la gravita' del quadro oppure per scarsa risposta alla terapia di primo livello".
Secondo Angelo Ravelli 'le forme iperinfiammatorie non sono condizioni diverse dalla malattia di kawasaki, come ritengono alcuni, ma fanno parte di un unico spettro di patologia che va dalle forme meno gravi a quelle piu' gravi. Come spesso succede nelle condizioni infiammatorie e autoinfiammatorie. Infatti, lo spettro di severita' e' variabile- precisa Ravelli, che sottolinea- Da sempre si ritiene che la malattia di kawasaki rappresenti una reazione infiammatoria a un processo infettivo di vario genere e, poiche' nel periodo osservato i bambini erano esposti solo al Sars-Cov-2, e' presumibile che il virus sia stato implicato sia nelle forme classiche di malattia di kawasaki che in quelle iperinfiammatorie". Quindi Ravelli evidenzia come a suo avviso sia "difficile ipotizzare che due patologie con diversa gravita' ma con molti aspetti simili, comparse nello stesso periodo, nello stesso gruppo di popolazione, presumibilmente causate dallo stesso virus, entrambe infiammatorie anche se con un diverso grado, siano patologie diverse". Il presidente Pres ritiene, infatti, che "le forme iperinfiammatorie nella loro base siano malattie di kawasaki deformate e rese piu' aggressive da un virus che sappiamo essere estremamente invasivo. Quando questo virus con una forte carica virale colpisce soggetti con una particolare predisposizione genetica, in un'eta' non abitualmente colpita dalla malattia di kawasaki, puo' dare delle forme molto piu' aggressive che, a mio avviso, fanno parte comunque dello stesso spettro clinico". Quello che per il segretario del Gds Reumatologia sarebbe importante studiare "e' il confronto del terreno genetico e dei possibili fattori causali tra i bambini che hanno avuto forme piu' classiche di kawasaki e quelli che hanno manifestato forme piu' violente". Una prospettiva condivisa anche da Andrea Taddio, che ricorda come "tutti i bambini osservati nel corso dello studio erano apparentemente sani ma e' possibile che chi sia capace di sviluppare una risposta infiammatoria tale, sia geneticamente predisposto".
Lo studio messo in piedi dal Gds nella prima fase dell'epidemia da Sars-Cov-2 verra' riaperto a breve per continuare a raccogliere dati anche in questa seconda ondata: "Abbiamo notizia di casi di sindrome multi-infiammatoria sistemica che si stanno ripresentando in varie parti d'Italia", precisa Taddio. Intanto il Gds Reumatologia ha anche stilato un documento che indica l'approccio clinico-diagnostico e terapeutico al paziente con sindrome multi-infiammatoria Covid-correlata che vuole essere un ausilio al pediatra che si trovi ad affrontare un caso sospetto o confermato di MIS-C.
"Perche' la nostra impressione e' che la tempestivita' d'intervento sia cruciale nel determinare l'outcome del bambino", conclude Taddio.
(Wel/ Dire)
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