Gattinara (presidente): Asili e primarie possono e devono rimanere aperti
(DIRE-Notiziario settimanale Minori e Pediatria) Roma, 4 dic. - "Un'ampia analisi di molti studi scientifici conclude che i bambini raramente sono i 'carrier' di Covid: si parla di un 8%. Per fare un confronto basti pensare che nell'epidemia di influenza aviaria H5N1 i bambini avevano, invece, portato l'infezione in famiglia in circa il 50% dei casi". A dirlo sono Guido Castelli Gattinara, presidente della Societa' italiana di infettivologia pediatrica (Sitip) e pediatra infettivologo presso l'ospedale pediatrico Bambino Gesu' di Roma, e Giangiacomo Nicolini, specialista in malattie infettive all'ospedale San Martino di Belluno e membro del Consiglio direttivo Sitip, nel corso del loro intervento al congresso straordinario della Societa' italiana di pediatria (Sip).
"Il ritorno a scuola e' da alcuni associato al ruolo dei bambini nella diffusione del coronavirus di questo autunno. Il dibattito era gia' iniziato nei primi giorni della pandemia, ed e' ripreso a settembre quando le scuole sono state riaperte. In realta'- sottolineano Gattinara e Nicolini- tutte le indagini effettuate in vari Paesi del mondo dimostrano che la trasmissione avviene quasi sempre altrove e all'interno delle famiglie e gli studi in ambito scolastico mostrano una bassa trasmissibilita' nelle scuole". Dati in base ai quali "la Sitip si assume la responsabilita' e il compito di affermare che soprattutto gli asili e le scuole primarie possono rimanere aperte, con le opportune precauzioni e raccomandazioni di legge per la prevenzione dell'infezione da Sars-Cov-2, anzi devono farlo, data la loro importanza fondamentale per l'educazione e la socializzazione dei bambini", afferma con forza il presidente Castelli Gattinara. A riprova di questo i due infettivologi citano innanzitutto "una vasta metanalisi pubblicata a fine settembre sulla rivista 'JAMA Pediatrics' su un campione di 41.600 bambini e adolescenti, piu' 269.000 adulti. Lo studio ha mostrato come la condizione di 'contatto infetto' e' circa la meta' nei bambini rispetto agli adulti e anziani (probabilita' di rischio: OR = 0,56)", spiegano Gattinara e Nicolini. "Anche la revisione di 81 articoli effettuata da Reza Sinaei della Kerman University of Medical Sciences, e pubblicata a settembre su 'World Journal of Pediatrics', mostra come i bambini riportino una minore percentuale di infezioni con manifestazioni meno gravi che negli adulti". Che i piu' piccoli presentino una scarsa capacita' di trasmettere il virus lo dimostrano pure gli studi sui focolai nelle scuole: "A giugno in Inghilterra su 30 focolai scolastici la trasmissione dai e ai bambini ha interessato solo 8 casi e da bambino a bambino solo 2 casi su 30", evidenzia il presidente Sitip, citando uno studio del dottor Sahrif A Ismail.
Non solo. "In Germania tra marzo e agosto sono stati registrati vari focolai scolastici che hanno rilevato come le infezioni sono state meno comuni nei bambini di 6-10 anni rispetto ai bambini piu' grandi e agli adulti che lavoravano nelle scuole", spiegano Gattinara e Nicolini. Inoltre uno studio italiano di Danilo Buonsenso, pediatra della Fondazione Policlinico Agostino Gemelli IRCCS di Roma "sembrerebbe confermare quanto detto fin qui: al 5 ottobre un singolo caso di infezione veniva riportato in piu' del 90% delle scuole, mentre un cluster epidemico con piu' di 10 studenti e' stato riportato da una sola scuola", concludono i due medici.
(Wel/ Dire)