Morbillo, Sip: Battaglia non vinta, adulti mettono a rischio bimbi
Russo: In pericolo quelli sotto anno o fragili. Grave ritardo vaccini
(DIRE-Notiziario settimanale Minori e Pediatria) Roma, 4 dic. - "Il problema non c'e' solo nella fascia pediatrica, ma anche nelle fasce d'eta' piu' avanzate, come quella dei giovani e degli adulti, che oltre ad essere poco sensibili e difficilmente raggiungibili dalla strategia vaccinale, risultano essere un importante serbatoio di infezione che espone a un grande rischio di trasmissione della malattia la fascia di popolazione piu' 'fragile': i bambini immunodeporessi o al di sotto del primo anno di vita che non possono beneficiare dei vantaggi della stessa vaccinazione". È questa la chiave di lettura degli ultimi dati sul morbillo e la rosolia forniti dall'Iss, secondo Rocco Russo, responsabile del tavolo tecnico Vaccinazioni della Societa' italiana di pediatria (Sip).
Il quale aggiunge: "Questi dati non rappresentano una vittoria ma una mezza sconfitta. Sappiamo benissimo che nel mondo, soprattutto nel nostro Paese, il morbillo non e' stato ancora eradicato. Inoltre, il virus del morbillo condivide le stesse vie di trasmissione del Covid-19, quindi ha quasi sicuramente beneficiato dell'implementazione delle strategie di prevenzione della diffusione del Sars-Cov2 (mascherina, isolamento e distanziamento). Infine il ritardo sulle coperture vaccinali nella fascia pediatrica e adolescenziale, dovuto all'impatto della pandemia, ci sta esponendo a un rischio maggiore: recuperare i soggetti non vaccinati in corso di pandemia, in particolare nella fascia d'eta' 13-15 mesi e 5 anni per il richiamo". Le riflessioni di Russo trovano conferma nell'allarme gia' lanciato dall'Ecdc (Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie), che aveva segnalato tra l'1 gennaio e il 31 maggio di quest'anno 1.917 casi di morbillo (1.246 confermati, 390 probabili, 276 possibili e 5 sconosciuti) nei 30 Paesi europei inclusi nella sorveglianza.
Secondo l'Ecdc il numero di casi segnalati nel 2020 sarebbe diminuito drasticamente tra gennaio (710) e maggio (54), in quanto la pandemia Covid-19 ha avuto un impatto sull'epidemiologia del morbillo all'inizio del 2020 in diversi modi. "Per questo motivo non abbiamo ancora vinto la guerra contro il morbillo- ripete Russo- perche' siamo consapevoli che esistono ancora delle criticita' inerenti le segnalazioni dal territorio anche dei casi solo sospetti, che non ci lasciano tranquilli nell'avere una fotografia obiettiva della realta' del territorio".
Pur nel pieno rispetto dell'attuale discussione sull'efficacia del prossimo vaccino per il Covid-19, "non dimentichiamo che gia' abbiamo a disposizione un intervento di strategia vaccinale per il morbillo e la rosolia valido ed efficace- conclude Russo- che ha permesso di salvare tantissime vite nel mondo, ma che troppo spesso viene ingiustamente ritenuto di scarso valore".
(Wel/ Dire)
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