Ricerche evidenziano aumentato rischio parti pretermine donne Covid-19
(DIRE-Notiziario settimanale Minori e Pediatria) Roma, 24 apr. - "L'epidemia, fra le varie problematiche di salute pubblica, solleva anche quelle relative all'organizzazione della rete perinatale. In particolare, la gestione dell'infezione in gravidanza, la possibile trasmissione dell'infezione, prima, durante e dopo il parto, la gestione dei neonati nati da mamme positive, le dinamiche della relazione puerpera-neonato e dell'allattamento al seno rappresentano tutti punti critici, peraltro privi di risposte basate su evidenze scientifiche forti e dunque a rischio di pareri discordanti". Lo scrive Fabio Mosca, presidente della Societa' italiana di Neonatologia (Sin), sul numero aprile-maggio 2020 della rivista Pediatria dedicata alle 'Corona stories'.
"Per venire incontro ai numerosi interrogativi che molti di noi si sono trovati improvvisamente ad affrontare- prosegue Mosca- insieme ai colleghi Riccardo Davanzo, presidente del Tavolo Tecnico Allattamento del Ministero della Salute (TAS), con la collaborazione di Guido Moro, presidente di AIBLUD, di Fabrizio Sandri, segretario Sin, e di Massimo Agosti, presidente della commissione Allattamento della Sin, abbiamo preparato le 'Indicazioni ad interim su allattamento e infezione da SARS-CoV-2', pubblicate anche dall'Union of European Neonatal & Perinatal Societies (UENPS), che forniscono regole pratiche per gestire la mamma positiva, il neonato e l'allattamento, consultabili integralmente al seguente link www.sin-neonatologia.it/indicazioni-sin/".
Il primo nodo da sciogliere secondo il professore "e' l'eventuale trasmissibilita' fetale del virus da madre positiva. Non e' ancora chiaro quale sia l'impatto sul benessere fetale di un'eventuale Covid-19 in gravidanza, anche se in analogia con le passate epidemie di SARS-CoV-1 (Severe Acute Respiratory Syndrome) e MERS-CoV (Middle East Respiratory Syndrome Coronavirus), l'outcome potrebbe dipendere piu' dalla gravita' dell'infezione materna, dalla conseguente attivazione di uno stato infiammatorio e da concomitanti patologie ostetriche, piuttosto che dall'infezione da SARS-CoV-2 in se'. Uno studio retrospettivo su 9 donne affette da polmonite da Covid-19, nel corso del terzo trimestre di gravidanza- prosegue- ha evidenziato la negativita' della ricerca del SARS-CoV-2 nel liquido amniotico, nel sangue cordonale e nel latte materno, oltre che dal tampone faringeo di 6 neonati in cui sono stati eseguiti i test Real Time PCR per l'RNA virale. Anche la placenta di gravide affette da Covid-19, e sottoposte a taglio cesareo d'urgenza, non ha evidenziato alterazioni istopatologiche o presenza di RNA del SARS-CoV-2".
Un recente studio su 33 neonati nati da madri positive al Covid-19, nell'ospedale cinese di Wuhan, ha invece evidenziato che 3 su 33 (9%) hanno presentato sintomi da infezione SARS-CoV-2 a esordio precoce.
"Questi dati- spiega il presidente Sin- al momento attuale pongono il dubbio sulla possibile trasmissione materno-fetale verticale nella coorte di questo recente studio, ma non confermano il passaggio transplacentare dell'infezione da SARS-CoV-2. Del resto non era stata descritta un'infezione verticale neppure durante l'epidemia asiatica di SARS-CoV degli anni 2002-2003. Un'eventuale infezione da SARS-CoV-2 esordita nel periodo neonatale sembrerebbe il risultato di una trasmissione dalla madre al neonato per via respiratoria nel post partum piuttosto che per via transplacentare. Bisogna del resto considerare che infezioni respiratorie da comuni coronavirus in epoca neonatale e piu' in generale nel primo anno di vita erano gia' note ancor prima dell'attuale epidemia di SARS-CoV-2".
Una review recente, che ha analizzato 23 studi, oltre a evidenziare che rispetto a SARS e MERS il Covid-19 determina minore morbilita' durante la gravidanza, ha messo in evidenza una aumentata incidenza di parto pretermine, che si era manifestato nel 47% dei casi di donne ospedalizzate per Covid-19.
In merito, il presidente della Sin dichiara: "Qualora una parte rilevante delle donne in gravidanza fosse contagiata dal virus, potrebbe determinarsi una notevole 'pressione' sulle Tin, di cui tener conto per tempo. Invece, uno studio italiano condotto su 42 gravidanze SARS-Cov-2 positive, ha evidenziato polmonite in 19/42 (45%): di queste 7/19 (37%) hanno richiesto supporto con ossigeno e 4/19 (21%) sono state ricoverate in terapia intensiva. Solo in 5 casi si e' invece verificato un parto pretermine spontaneo".
In riferimento all'allattamento, le indicazioni della Sin sono coerenti con quanto attualmente raccomandato da fonti internazionali quali World Health Organization (WHO), United Nations Children's Fund (UNICEF), Centers for Disease Control and Prevention (CDC), Istituto Superiore di Sanita' (ISS), International Society of Ultrasound in Obstetrics & Gynecology (ISUOG), Royal College of Obstetricians & Gynecologists (RCOG), Academy of Breastfeeding Medicine (ABM) e Canadian Paediatric Society (CPS), a differenza di quanto invece consigliano l'American Association of Pediatrics (AAP) e le indicazioni del Gruppo di Lavoro cinese sul Trattamento Perinatale e Neonatale del COVID-19.
"Le 'Indicazioni ad interim' della Sin- si legge nell'articolo- stabiliscono innanzitutto che, ogni qualvolta possibile, l'opzione da privilegiare e' quella della gestione congiunta di madre e bambino, ai fini di facilitare l'interazione e favorire l'avvio dell'allattamento al seno. Questa scelta e' fattibile quando una puerpera, precedentemente identificata come SARS-CoV-2 positiva, sia asintomatica o paucisintomatica o in via di guarigione o quando una puerpera asintomatica o paucisintomatica sia probanda per SARS-CoV-2".
"Qualora la madre abbia un'infezione respiratoria pienamente sintomatica (febbre, tosse, secrezioni respiratorie) e con compromissione dello stato generale- spiega Fabio Mosca- madre e bambino dovranno essere invece transitoriamente separati, in attesa della risposta del test di laboratorio (RNA-PCR) per coronavirus. Se il test risulta positivo, madre e bambino continuano ad essere gestiti separatamente; se il test invece risulta negativo, e' applicabile il rooming-in per madre-bambino, compatibilmente con le condizioni materne".
La decisione di separare o meno madre e bambino va comunque presa per ogni singola coppia, tenendo conto del consenso informato dei genitori, della situazione logistica dell'ospedale ed eventualmente anche della situazione epidemiologica locale relativa alla diffusione del SARS-CoV-2.
"In caso di separazione del neonato dalla madre- prosegue- si raccomanda, comunque, l'uso del latte materno fresco spremuto.
Non e' indicata la pastorizzazione del latte materno. Va valutata la compatibilita' dell'allattamento al seno con farmaci eventualmente somministrati alla donna con COVID-19, caso per caso". Quando la puerpera e' positiva al SARS-CoV-2, vanno sempre seguite rigorose misure per prevenire l'eventuale trasmissione dell'infezione con le secrezioni respiratorie o per contatto con le secrezioni respiratorie. Vanno quindi adottate con scrupolo tutte le raccomandazioni ministeriali per l'utilizzo appropriato dei Dispositivi di protezione individuale (Dpi), per tutelare il bambino, gli altri pazienti ospedalizzati e il personale sanitario. La Sin ha, inoltre, predisposto alcuni utili suggerimenti per il comportamento dei genitori che accedono alle Tin, per ridurre al minimo i rischi di possibili contagi e proteggere neonati, genitori e personale sanitario, con filmati e documenti scaricabili sul sito web (www.sin-neonatologia.it), oltre a tutte le informazioni utili ai Reparti di Neonatologia per predisporre percorsi e modalita' organizzative specifiche pubblicate sul numero di marzo di Sin Informa (https://www.sin-neonatologia.it/pdf/SIN_INFORMA_n78_speciale_covi d19.pdf).
(Red/ Dire)