Ok spostamenti per prenderli e riportarli. Ceci: Questa e' mia lettura
Roma, 3 apr. - Genitori separati dai figli? Case lontane o addirittura non nello stesso Comune? Aumenta il malessere di tutte quelle mamme e quei papa' che continuano a domandarsi: 'Per legge posso o non posso vedere e andare a prendere i miei figli?'. Chiarisce la questione Cristina Ceci, avvocata e giudice onoraria di pace a Milano, che con l'entrata in vigore nel nuovo decreto, emanato nei giorni scorsi dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ritiene che ai genitori non collocatari "sara' permesso di spostarsi per andare a prendere o a riportare i propri figli".
Nel testo, infatti, e' previsto che "il Governo, le Regioni e i presidenti delle Regioni, possano adottare, per un periodo predeterminato, dei provvedimenti che possano limitare la circolazione delle persone", procedendo anche alla "limitazione della possibilita' di allontanarsi dalla propria residenza, domicilio o dimora". Tuttavia ci sono delle eccezioni.
A tornare, dunque, e' il "tema dei genitori non collocatari che sono costretti a spostarsi - o all'interno dello stesso comune o tra comuni diversi - per andare a prelevare e riportare i propri figli. Il tutto nell'esercizio del loro diritto di frequentazione. Diritto di frequentazione che- ricorda- ha la sua base in un provvedimento giudiziario".
Tra le eccezioni, infatti, "alle esigenze lavorative, le situazioni di necessita' o urgenza e, i motivi di salute", col decreto 19 si aggiungono "altre specifiche ragioni. Ebbene- riflette Ceci- le 'altre specifiche ragioni' sono certamente dei provvedimenti che devono essere eseguiti". Queste ragioni saranno "determinate dall'esigenza di un genitore che non e' collocatario dei propri figli, di poter spostarsi per andare a prendere o a riportare i propri figli- conclude- Questa e' a mio parere la lettura che va fatta del decreto".
(Red/ Dire)