Con una giornata il 29 settembre. Castelbianco (IdO):
Roma, 27 set. - In un'epoca di grandi cambiamenti, il FAI ritiene fondamentale, nel suo ruolo sociale,ála riscoperta della scrittura a mano e in corsivo, come elemento centrale dell'esperienza formativa dei giovani, in quanto strumento di espressione, di comunicazione, ma soprattutto di pensiero e interpretazione della realta'.
La Fondazione dedichera' un'intera giornata al tema il 29 settembre a Villa Necchi Campiglio a Milano. L'evento, intitolato "A mano libera, l'arte del corsivo", si prefigge di raccontare cosa sta dietro a questa abilita' manuale "in via d'estinzione", con approfondimenti di carattere storico, neurologico, psicopedagogico e artistico. Dopo due anni di pausa, il Fai organizza questa giornata non solo a Villa Necchi ma anche in altre sei proprieta' contemporaneamente. Villa Necchi ospitera' l'evento "clou" con una Tavola Rotonda dal titolo "Del bene e del bello dello scrivere a mano", per evidenziare, come dice gia' bene il titolo, tutti gli aspetti positivi dello scrivere a mano dal punto di vista emotivo,ácreativo, espressivo, orientativo, motorio.
Alla giornata prendera' parte anche Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell'eta' evolutiva e direttore dell'Istituto di Ortofonologia (IdO), che osserva: "Appena possono i giovani abbandonano penne e quaderni a favore di notebook e diari elettronici. Ragazzi-stampatello che del corsivo si sbarazzano presto, nei temi prediligono pensieri brevi e ridotti all' osso, il 50% di questi trai 14 e i 19 anni possiede una pessima grafia, un'ortografia discutibile, un italiano sempre piu' povero, a favore pero' di un apparato di nozioni 'trasversali' impensabili ai loro coetanei di qualche anno e generazione fa. Una rivoluzione del sapere e dell'apprendere che preoccupa studiosi e insegnanti di buona parte del mondo occidentale: i giovani nati a meta' degli anni Ottanta, e tutti i loro fratelli minori, usano infatti la penna sempre piu' a fatica, stanno smettendo di scrivere a mano, e soprattutto hanno gettato alle ortiche l'uso del corsivo.
Quel modo di scrivere, cioe', dove le lettere sono unite dal tratto l'una all' altra, e il pensiero, dicono gli esperti, 'riesce a fluire con armonia dalla mente al foglio'. Una tecnica ormai tanto negletta- conclude lo psicoterapeuta- che il settimanale Time ha deciso di dedicare al tema un accorato reportage, proprio sulla fine della scrittura a mano, con un titolo che parla di 'lutto per la morte del corsivo', citando quella generazione Y, per la quale un componimento 'e' un insieme di sms cuciti tra di loro.'".
(Red/ Dire)