Roma, 27 set. - In Italia in media il 34% dei parti vengono effettuati con taglio cesareo, un ricorso definito "eccessivo" dal recente rapporto Cedap (Certificato di Assistenza al Parto) del ministero della Salute, che fa riferimento a dati del 2016.
Questa tendenza si inasprisce se facciamo riferimento alle case di cura accreditate, che optano per il parto per via chirurgica quasi il 51% delle volte. Boom di cesarei, poi, quelli registrati nelle strutture private, che li effettuano addirittura nell'80,6% dei parti.
Sul versante degli ospedali pubblici, invece, il parto cesareo viene scelto solo nel 31,7% dei casi. Le donne italiane, pero', lo preferiscono rispetto a quelle straniere, con percentuali del 35% e del 28%.
La scelta del cesareo, inoltre, si distribuisce a macchia di leopardo. La regione dello stivale che lo sceglie meno e' la Val D'Aosta, con percentuali che si attestano al 20%. Al Nord, in linea generale, non si sale a piu' del 31% della Liguria.
Nel Centro, invece, si registra in media una leggera crescita. Il cesareo viene effettuato nel 31,7% dei parti, con picchi in Lazio (37,9%) e in Molise (43,2%) - una tra le tre regioni che lo preferiscono in tutta Italia. Al Sud, a sorpresa, le percentuali tendono a salire, con la Calabria all'ultimo posto del Meridione(37%) e la Campania in testa all'Italia intera, con il 56,4% di parti svolti per via chirurgica.
Si stima che il ricorso alla procreazione medicalmente assistita (Pma), infine, e' di 1,93 volte su 100. La tecnica utilizzata in via prefereziale e' la fecondazione in vitro con successivo trasferimento di embrioni nell'utero.
(Red/ Dire)