Roma, 13 set. - "Non bevo alcol, bevo solo birra". Hanno risposto cosi' moltissime donne incinta che Maria Pia Graziani, responsabile della formazione della Confederazione italiana pediatri (Cipe), ha incontrato nei consultori del Lazio. "C'e' una grande ignoranza, la birra non viene considerata un alcolico- denuncia la pediatra- e tra le donne in eta' feconda aumentano i comportamenti a rischio come il binge drinking (abbuffata alcolica). Su 67 donne in gestazione che bevono almeno una avra' un bambino affetto da sindrome feto alcolica (Fas)".
Bere durante la gravidanza costituisce un pericolo "gravissimo per il futuro nascituro- spiega la pediatra- poiche' l'alcol non viene metabolizzato dall'embrione e questo gli causa dei danni al livello morfologico e cognitivo. Danni cronici non curabili", sottolinea il medico. "Non conosciamo la dose minima consentita e anche un solo bicchiere puo' causare dei danni permanenti al nascituro".
Non sono esenti da critiche i medici. "La Fas e' una patologia poco nota nell'ambiente sanitario. Abbiamo svolto una ricerca sui convegni di formazione accreditati nel Lazio e su 1.834 convegni solo 1, il nostro dello scorso anno, trattava la sindrome feto-alcolica. Per caso ho guardato il libro di Ginecologia di mia figlia che si sta per laureare in Medicina- aggiunge Graziani- e sono presenti solo 2 righe sulla fas. È scarsissima non solo la formazione per i medici ma anche per i futuri medici, sebbene i numeri siano elevatissimi. Negli ultimi anni abbiamo visto un aumento dei problemi neurocomportamentali, del ritardo del linguaggio, dell'ipereccitabilita', dei disturbi della memoria e le nostre richieste all'Inps sono aumentate per queste patologie. Ci viene il dubbio che esista una relazione con l'aumento dell'assunzione di alcol nelle donne negli ultimi anni".
Anche sulla diagnosi precoce di Fas si puo' fare di piu': "La prima diagnosi arriva tardi quando una bambino ha gia' 9-10 anni- conclude- forse nei bambini adottati c'e' un maggiore attenzione".
(Red/ Dire)