Mazzone: necessaria collaborazione con neuropsichiatri e psicologi
Roma, 18 ott. - "Conoscete un bambino che collabora a una visita con il pediatra? Non lo fanno piu' nemmeno i neonati". A dirlo e' Teresa Mazzone, presidente del Sindacato italiano specialisti pediatri (SISPe), aprendo il corso Ecm sui 'Segni e segnali nel bambino della societa' di oggi', promosso a Roma con gli esperti dell'Istituto di Ortofonologia (IdO) e il patrocinio della Societa' italiana di pediatria.
"Siamo alle prese con un numero crescente di problematiche psicologiche, comportamentali ed educative- continua la presidente- e comportamento, personalita' e carattere sono tutti concetti legati tra loro". I disturbi del comportamento nei bambini, infatti, sono in crescita e l'incidenza "varia tra il 5 e il 15%". Da cio' si evince l'importanza "che il pediatra li intercetti il piu' rapidamente possibile, almeno in fase iniziale- precisa Mazzone- per non arrivare troppo tardi ad affrontare queste problematiche".
Tra i disturbi ci sono "la difficolta' di controllo e gestione delle emozioni, l'incapacita' di conformare il comportamento alle richieste dell'ambiente, la scarsa capacita' di considerare il punto di vista altrui". E ancora, "il bisogno impellente di soddisfare le proprie necessita'- aggiunge la pediatra- il rendimento scolastico al di sotto delle competenze intellettive, rabbia, provocazione e trasgressione delle norme sociali e morali". Il corso formativo Sispe-IdO si propone allora come 'apriporta' per una collaborazione "tra le varie anime che si occupano del bambino: pediatri assieme a figure professionali quali psicoterapeuti, neuropsichiatri infantili e psicologi".
I bambini, infatti, nel loro percorso di crescita sperimentano "tra i 2 e i 3 anni un momento molto importante che e' il passaggio dalla 'regolazione' mediata da un adulto all'autoregolazione", spiega Mazzone. Ci sono dei campanelli di allarme se hanno difficolta' ad autoregolarsi? Afferma di si' la pediatra e ne elenca alcuni: "Un basso livello di paura in situazioni potenzialmente dannose, una ridotta empatia nei confronti dei propri pari o una maggiore impulsivita'". E inoltre, ci sono anche nuovi studi che "correlano frequentemente celiachia e disturbi del comportamento", per questo "il compito del pediatra e' scrinare i bambini anche sull'alimentazione. Ma ovviamente- puntualizza- non parliamo di tutti quelli che fanno i capricci".
Un altro dei problemi che puo' insorgere, con la societa' in continuo cambiamento, sono le "aspettative irrealistiche dei genitori sulle competenze dei figli. Ad esempio- conclude- un genitore che si aspetta che un bambino di due anni metta a posto la propria cameretta da solo. È irrealistico. Bisogna riportare le famiglie su un piano di realta'" e su questo "il ruolo del pediatra e' quello di dare ai genitori un sostegno fattivo, vero e concreto alla genitorialita'".
(Red/ Dire)