Roma, 4 ott. - Il primo istituto di ricerca clinica in ambito pediatrico sulle malattie neuromuscolari in Italia si trova al Gemelli, Roma.
L'inaugurazione tenutasi questa mattina nella sede del Policlinico ha visto intervenire tra gli altri il direttore generale della fondazione Gemelli, Marco Elefanti, ed e' stato presentato da Benedetta Rinaldi, giornalista e conduttrice televisiva.
"Nel nostro Paese chi e' malato ha deciso di assumersi una responsabilita': sostenere chi fa ricerca e vuole trovare una cura. Questa e' un'alleanza fondamentale per il nostro Paese e per tutti noi. Possiamo cambiare la storia delle malattie", ha detto Alberto Fontana, presidente dei centri clinici Nemo.
Subito dopo ha preso la parola il professor Giovanni Scambia, direttore scientifico della Fondazione: "Siamo tutti grati al Nemo e a coloro che ci lavorano perche' hanno dato a questo ospedale una spinta in avanti enorme. Fare ricerca oggi significa tante cose, investire risorse, creare ricercatori, sperimentare sui pazienti, confrontarsi a livello internazionale. La ricerca- ha ribadito- e' la base della cura, tuttavia, quello che non dobbiamo dimenticare e' il fine ultimo: i nostri pazienti. Se non si ha affetto nei loro confronti non si fa ricerca bene".
Il professor Eugenio Mercuri, direttore scientifico del Niner ha parlato invece dei progressi fatti, "in questo momento abbiamo alcune sperimentazioni completate, con farmaci gia' disponibili per il mercato, mentre altri farmaci stanno per essere messi in commercio. Abbiamo dovuto- aggiunge- inventarci la metodologia della sperimentazione perche' percorrevamo strade completamente nuove. La nostra scommessa e' che il nostro gruppo clinico diventi sempre piu' capace di fornire un'assistenza di alto livello alle famiglie e, al tempo stesso, essere una struttura di ricerca che possa accogliere le nuove esigenze di sperimentazione nel rispetto dei migliori standard scientifici internazionali".
Successivamente e' stato il momento delle associazioni dei familiari dei pazienti, e a parlare e' stata Anita Pallara: "Posso dire con orgoglio che Niner e' veramente una realta' bellissima. Noi stiamo vivendo una vera e propria rivoluzione. Io ho 30 anni e in teoria non avrei dovuto superare i due anni di vita. Oggi i bambini che hanno questa malattia, grazie alla ricerca possono avere una prospettiva completamente differente".
(Red/ Dire)