Con patrocinio IdO. Il focus: I bisogni esistenziali complessi
Roma, 1 nov. - Torna a Roma il focus sul bambino speciale. Dopo il congresso Sispe 2018, che aveva affrontato le sfaccettature legate ai bambini migranti, in carcere o in casa famiglia, quest'anno il Sindacato italiano degli specialisti pediatri (Sispe) focalizza il congresso 2019 sui piccoli "con bisogni esistenziali complessi", in programma all'Auditorium di Via Rieti.
Al centro dell'attenzione ci sara' il bambino che "si alimenta via peg, che respira attaccato al ventilatore, che ha una costante necessita' di assistenza domiciliare integrata", spiega alla Dire, Teresa Mazzone, presidente Sispe. Minori "che hanno patologie rare o che hanno semplicemente bisogno di un team multidisciplinare importante per essere seguiti al livello domiciliare".
La giornata di novembre, quindi, sara' un primo passo per "coinvolgere tutte le realta' intorno al bambino: dal nutrizionista al pediatra di famiglia. Dal broncopneumologo, che gestisce le secrezioni, la tosse o le altre problematiche di tipo respiratorio, all'infettivologo che in questi bambini con bisogni assistenziali complessi- continua Mazzone- e' una figura importante, perche' hanno problemi legati all'essere immunizzati".
Tutte le voci verranno ascoltate e coinvolte. Un bambino con tali bisogni, infatti, "e' uno tsunami per le famiglie. Sono minori- spiega la presidente- che hanno ricoveri lunghissimi, con mamme che stanno spesso in ospedale e i fratelli ne possono soffrire". Tra gli interventi del convegno Sispe anche lo psicoterapeuta dell'eta' evolutiva Federico Bianchi di Castelbianco, presidente dell'Istituto di Ortofonologia (IdO), partner dell'evento. Castelbianco affrontera' la tematica dei 'siblings' che, illustra Mazzone, "possono avere dei disturbi del comportamento, troppe responsabilita' o essere lasciati in disparte perche' il fratellino assorbe tutte le energie".
Accanto alla voce delle famiglie, infine, quella degli enti che interagiscono nel percorso di prevenzione, cura e gestione dei 'bambini speciali'. L'ospedale "ha un punto di vista relativo alle dimissioni di un bambino difficile. Lo psicoterapeuta si domanda, invece, cosa voglia dire avere in casa un bambino con tali bisogni. E l'Asl che, dal canto suo, deve gestire l'accettazione sul territorio". I diversi interlocutori verranno ascoltati, cosi' "da accogliere il punto di vista di tutti" e affrontare la piu' grande criticita' che riguarda questi minori con bisogni speciali: "il rapporto ospedale-territorio", conclude Mazzone.
(Wel/ Dire)