E comunita' islamica lancia appello a famiglie: "Consultateci".
Roma, 29 mar. - Sul caso del bimbo morto in seguito ad una circoncisione in casa arriva la presa di posizione dei pediatri: i medici chiedono che l'operazione sia fatta nelle strutture pubbliche. "Si tratta di un elementare questione di civilta' e di equita' dell'assistenza per la quale i pediatri della Fimp continueranno a battersi", assicura Alessandro Ballestrazzi, segretario regionale della federazione dei pediatri. La quale, ricorda Ballestrazzi, "si e' attivata per risolvere il problema delle circoncisioni effettuate in modo improprio auspicando la loro esecuzione nelle strutture pubbliche. Riteniamo infatti che nell'interesse dei piccoli pazienti la pratica della circoncisione debba essere effettuata nelle strutture pubbliche, le uniche in grado di assicurare, oltre che l'intervento, la necessaria assistenza in caso di complicanze e le indagini diagnostiche necessarie per accertare eventuali controindicazioni".
Ma vicenda, che ha coinvolto un bimbo di cinque mesi, provoca anche l'intervento della comunita' islamica di Bologna.
"Apprendiamo con sgomento la terribile notizia di un neonato di cinque mesi morto dissanguato a seguito di una circoncisione eseguita in clandestinita'. Una morte che poteva certamente essere evitata e che ci addolora profondamente", si legge in una nota. "Condanniamo fermamente questi gesti irresponsabili e ci auguriamo che non si ripetano piu'". La comunita' lancia un appello "a tutte le famiglie che vogliano far circoncidere i propri figli per motivi religiosi o tradizionali: rivolgetevi alle strutture sanitarie territoriali competenti, pubbliche o private che siano. Rivolgetevi ai vostri pediatri o ai vostri medici di riferimento. O, altrimenti, rivolgetevi a noi della comunita' islamica di Bologna e sapremo orientarvi verso soluzioni sicure che possano garantire buona salute per i vostri, nostri, figli". Ma il caso tiene banco anche in Regione. Il consigliere ex M5s Gian Luca Sassi ha rivolto un'interrogazione alla giunta Bonaccini nella quale sollecita l'impegno della Regione Emilia-Romagna per "mettere un freno alle circoncisioni clandestine".
Sassi chiede in particolare l'attivazione di "un protocollo che definisca la procedura operativa per effettuare gli interventi di circoncisione rituale nei presidi delle aziende sanitarie del territorio regionale: prevedendo un costo fisso (sostenibile da parte delle famiglie) per esami, consulenze preoperatorie, intervento chirurgico e visita di controllo successiva all'operazione". Percorso, prosegue, "che dovra' essere attivato attraverso il Cup, previa impegnativa del medico curante".
(Red/ Dire)