Fenomeno piu' diffuso al nord italia e nelle zone a rischio
Roma, 29 mar. - Bullismo e cyberbullismo, un fenomeno in crescita che colpisce piu' le ragazze che i ragazzi. "Il 10% delle studentesse e' vittima di atti di bullismo una o piu' volte la settimana contro l'8,5% dei maschi. C'e' quindi una maggiore esposizione al fenomeno da parte della componente femminile". Lo conferma Gian Carlo Blangiardo, presidente dell'Istituto nazionale di statistica (Istat), audito in commissione parlamentare per l'Infanzia e l'Adolescenza in merito all'indagine conoscitiva su bullismo e cyberbullismo.
Da una ricerca condotta dall'Istat nel 2014 risulta che "piu' della meta' dei giovani dagli 11 ai 17 anni ha riferito di aver subito qualche episodio offensivo, non rispettoso e/o violento da parte di altri ragazzi o ragazze nei 12 mesi precedenti. Il 20% (1 su 5) e' stato vittima assidua di una delle 'tipiche' azioni di bullismo- continua Blangiardo- cioe' le subisce piu' volte al mese, e nel 50% dei casi si tratta di ripetizione di atti asfissianti. Atti di prepotenza che per il 9% degli studenti si ripetono con cadenza settimanale".
La percentuale di soggetti che ha subito prepotenze una due volte al mese diminuisce al crescere dell'eta', "passando dal 22% tra gli 11-13 anni al 18% tra i 14-17 anni".
A livello nazionale questo fenomeno "sembra piu' diffuso nelle aree del Nord Italia e nelle zone maggiormente a rischio. A conferma che i ragazzi che vivono nelle zone poco disagiate hanno una piu' bassa quota di incidenza di bullismo e cyberbullismo", aggiunge il presidente dell'Istat.
Come reagiscono i minori che subiscono queste vessazioni? "La maggioranza, soprattutto le ragazze ritiene che confidarsi con le persone piu' vicine sia la strategia migliore per definire la reazione e il comportamento da tenere. Tanto che il 65% considera una strategia positiva il rivolgersi ai genitori per chiedere aiuto e il 41% ritiene opportuno parlare agli insegnanti.
Un'altra elevata quota di studenti- fa sapere il presidente dell'Istat- si confida con amici, fratelli o sorelle. Quanto alla strategia con cui difendersi, un 40% ricorre all'indifferenza per non dare peso alla cosa, il 29% fa finta di nulla e il 25% prova a riderci sopra". Passando al cyberbullismo, il presidente dell'Istat fa presente che "l'86% dei ragazzi dagli 11 ai 17 anni utilizza quotidianamente il cellulare e il 72% naviga su internet. Un 72% che qualche anno fa era il 52%", sottolinea Blangiardo alla commissione parlamentare per l'Infanzia e l'Adolescenza.
"Le piu' frequenti utilizzatrici del cellulare sono le ragazze, maggiormente esposte quindi ai rischi della rete e dei nuovi strumenti di comunicazione. Il 7% delle ragazze 11-17enni che si collega a internet o al cellulare sono state oggetto di vessazioni continue tramite internet o cellulare contro il 5% dei ragazzi. Ancora una volta- ripete Blangiardo- abbiamo a che fare con una realta' che colpisce piu' la componente femminile".
Ad essere a rischio sono i piu' giovani: "È vittima il 7% dei bambini di 11-13 anni contro il 5% dei minori di 14-17anni". E in genere le vittime di bullismo e cyberbullismo sono sempre le stesse: "Il cyberbullismo ha colpito il 22% delle vittime del bullismo, e nel 6% dei casi si e' trattato di azioni ripetute piu' volte al mese. In generale, l'88% delle persone che subiscono atti di cyberbullismo, subisce altrettante vessazioni anche in altri contesti del vivere quotidiano".
Per bullismo, in termini statistici, si intendono le prepotenze perpetrate da bambini e ragazzi nei confronti dei propri coetanei. Gli elementi fondamentali sono l'intenzionalita', la persistenza nel tempo e l'asimmetria nella relazione. "Si tratta quindi di un fenomeno contraddistinto da una interazione tra coetanei, caratterizzata da un comportamento aggressivo, uno squilibrio di forza e di potere nella relazione e da una durata temporale delle azioni vessatorie".
Il cyberbullismo consiste, invece, nell'invio di messaggi offensivi, insulti o torti umilianti tramite email o sms diffusi in chat o sui social network allo scopo di molestare una persona per un periodo piu' o meno lungo. "La differenza e' la natura indiretta del comportamento oltraggioso. Nel caso di bullismo elettronico la persistenza nel tempo ha un ruolo forse meno rilevante- conclude- perche' anche una singola offesa divulgata a molte persone attraverso internet o telefoni cellulari puo' arrecare un danno alla vittima".
(Red/ Dire)