Roma, 1 mar. - "È assurdo che un bimbo immunodepresso, a seguito della chemioterapia, non possa tornare a scuola perche' in classe ci sono compagni non vaccinati che potrebbero mettere a repentaglio la sua vita". Lo dichiarano, in una nota, i medici della Confederazione Italiana Pediatri - Cipe del Lazio, in merito alla vicenda dell'alunno dell'istituto di via Bobbio, a Roma, il quale, dopo la chemio per una leucemia, non puo' essere sottoposto a vaccinazioni e il contatto con una malattia potrebbe essergli fatale.
"Oltre alla disgrazia di dover combattere una brutta malattia in tenera eta', il ragazzino rischierebbe di nuovo la pelle semplicemente sedendosi al banco di scuola. Studiare e' un suo sacrosanto diritto, oltre che dovere. È ora che venga rispettato, una volta per tutte, l'obbligo di presentare la documentazione comprovante le vaccinazioni, previsto entro il 10 marzo prossimo per i bambini e i ragazzi entro i 16 anni", aggiungono.
"Il decreto legge sui vaccini e' chiaro: saranno poi i genitori no-vax- concludono i pediatri- ad assumersi la responsabilita' di tenere i propri figli in casa. A farne le spese non possono essere i bimbi in regola ne', tantomeno, quelli che hanno avuto la sfortuna di affrontare altre, durissime, battaglie".
(Red/ Dire)