Per facilitare comportamento motorio e prevenire sviluppo disturbi
Roma, 1 mar. - "Nei primi giorni di vita del bambino sarebbe opportuno eseguire i test di mobilita'. Il corpo tende a porsi in posizioni sempre disfunzionale, perche' non ama sentire il dolore. Mi auguro che la figura degli osteopati possa entrare nelle Terapie intensive neonatal (Tin) per facilitare il comportamento motorio dei neonati prematuri". A dirlo e' Alessandro Laurenti, membro del registro degli osteopati d'Italia e docente dell'Osteopathic College - Scuola di Osteopatia a Trieste, al corso sul neonato pretermine che si e' tenuto a Roma.
La plagiocefalia (il malposizionamento cranio-facciale) nel prematuro "e' spesso indotta da un non muoversi in una Tin e ha la necessita' di un apporto terapeutico. Se non viene trattata e' predisponente di diversi disturbi- avvisa l'osteopata- che poi emergono nel corso dello sviluppo".
Esistono le plagiocefalie con craniosinostosi (con saldatura delle suture craniali) "che necessitano di un intervento di natura chirurgica, e quelle senza craniosinostosi, dove e' presente un potenziale morfologico modificabile da parte di un'attenta terapia. La sfera craniale- ricorda Laurenti- va sempre intesa come la possibilita' dell'organismo di interfacciarsi e modulare la risposta di dodici paia di nervi cranici presenti all'interno del cranio stesso. In questo contesto non possiamo dimenticare l'impatto che una plagiocefalia puo' avere nei confronti dello sviluppo morfologico dell'intero albero scheletrico".
"Alcuni studi mostrano le relazioni e le correlazioni tra una plagiocefalia e l'istaurarsi di una scoliosi discendente. Cosi' come esistono degli studi che mostrano come le plagiocefalie possano ridurre la capacita' dell'organismo di elaborare e sfruttare al meglio la propria componente muscolo scheletrica, che finisce per interporsi nello sviluppo motorio del bambino", prosegue Laurenti.
Il trattamento osteopatico nell'ambito della plagiocefalia si pone due obiettivi: "Deve poter lavorare sull'spetto morfologico e funzionale, trovandoci all'interno di uno spazio temporale di accrescimento delle ossa craniali. Infatti, la letteratura scientifica ci da' come limite temporale i primi nove mesi di tempo. In secondo luogo dobbiamo considerare il lavoro funzionale sul piano articolare- consiglia Laurenti- allora sara' possibile anche lavorare su tutti quegli aspetti funzionali che sono legati alla plagiocefalia, quali i disturbi delle articolazioni temporomandibolari".
L'osteopata conclude sul bisogno di collaborazione tra professioni differenti: "Spesso l'osteopatia deve essere associata e integrata anche ad altre figure professionali come il fisioterapista, con il quale poter integrare la propria pratica clinica per aiutare il bambino a risolvere al meglio la sua disfunzione".
(Red/ Dire)