Npi Ido: Prendersi cura della diade e delle mamme nei 6 mesi dopo parto
Roma, 1 mar. - Si potrebbe delineare un fenotipo clinico della diade madre-bambino prematuro, che emerge sia dalle ultime ricerche scientifiche che dalla stessa pratica clinica: il bambino prematuro e' tendenzialmente disregolato, mostra maggiori quote di affettivita' negativa, ha un movimento meno comunicativo, produce meno vocalizzazioni, e' particolarmente irritabile, ha spesso delle posture asimmetriche e guarda meno negli occhi. La madre, oltre a dover affrontare le difficolta' del bambino, si trova a far fronte alla natura post traumatica della sua condizione interna legata alla nascita prematura, ai sensi di colpa per non essere riuscita a portare avanti la gravidanza.
Oppure deve affrontare la natura traumatica di quello che e' avventuro: parti precipitosi e/o cesarei di urgenza. È allora statisticamente dimostrata "una minore tendenza al contatto con il bambino tramite il tatto e una maggiore tendenza alla verbalizzazione, a una saturazione dello spazio relazionale attraverso le parole". A spiegarlo Davide Trapolino, neuropsichiatra dell'Istituto di Ortofonologia (IdO), al corso sul neonato pretermine che si e' tenuto a Roma.
"La mamma di un neonato pretermine tende a fare meno sorrisi e ha piu' difficolta' nell'entrare nel ritmo giusto della relazione. Si delinea una vulnerabilita' in cui non va puntato il dito ne' contro il bambino, ne' contro la madre- sottolinea il medico- anzi bisogna capire che e' in questa interrelazione che avviene uno scambio di vulnerabilita' dal quale si determina tutta la difficolta' dell'interazione madre-bambino. Una riflessione che ci invita a prenderci particolarmente cura del bambino, della diade, ma anche della madre che merita - soprattutto nei sei mesi seguenti la nascita prematura, a maggior ragione se traumatica - di essere seguita, accompagnata e gradualmente condotta a uno stato di maggiore regolazione anche in funzione del bisogno specifico del bambino".
In assenza della voce materna, si nota infatti che questi bambini prematuri appaiono come se "fossero nudi. Spesso disorganizzano il proprio comportamento, e' come se avessero bisogno di quella voce per ritrovare una stabilita'. La madre deve essere accompagnata nel diversificare lo stimolo e nel ridurre le quote verbali utilizzando piu' un canale implicito fatto di affetti- conclude Trapolino- tatto e comunicazione". "La mamma di un neonato pretermine tende a fare meno sorrisi e ha piu' difficolta' nell'entrare nel ritmo giusto della relazione. Si delinea una vulnerabilita' in cui non va puntato il dito ne' contro il bambino, ne' contro la madre- sottolinea il medico- anzi bisogna capire che e' in questa interrelazione che avviene uno scambio di vulnerabilita' dal quale si determina tutta la difficolta' dell'interazione madre-bambino. Una riflessione che ci invita a prenderci particolarmente cura del bambino, della diade, ma anche della madre che merita - soprattutto nei sei mesi seguenti la nascita prematura, a maggior ragione se traumatica - di essere seguita, accompagnata e gradualmente condotta a uno stato di maggiore regolazione anche in funzione del bisogno specifico del bambino".
In assenza della voce materna, si nota infatti che questi bambini prematuri appaiono come se "fossero nudi. Spesso disorganizzano il proprio comportamento, e' come se avessero bisogno di quella voce per ritrovare una stabilita'. La madre deve essere accompagnata nel diversificare lo stimolo e nel ridurre le quote verbali utilizzando piu' un canale implicito fatto di affetti- conclude Trapolino- tatto e comunicazione".
(Red/ Dire)